di Sofia Celbeqiri, Classe 2^ C. – Cari lettori e lettrici della nostra testata giornalistica online Foscarini News, oggi volevo catturare la vostra attenzione su di un prodotto che ormai è molto diffuso che è utilizzato in tanti settori, il quale viene usato da tutti noi in qualsiasi momento. Certamente lo conoscete: è la plastica. Tutti ormai la utilizziamo per la sua altissima utilità, ma che è anche la causa principale dell’inquinamento sul nostro pianeta. Vorrei dare delle informazioni storiche circa la sua invenzione. Fu tra il 1861 e il 1862, con gli approfonditi studi sul nitrato di cellulosa, quando il chimico inglese Alexander Parkes riuscì and isolare e a brevettare il primo materiale plastico che da lui prese il nome di Parkesine. Poco tempo dopo e precisamente nel 1870 l’americano John Wesley Hyatt brevetta la formula della celluloide per sostituire il costoso e raro avorio nella produzione delle palle da biliardo e per avere un materiale duttile e resistente che fosse utilizzato dai dentisti come materiale per rilevare le impronte dentarie. Con l’avvento del nuovo secolo ci fu la nascita dell’acetato di cellulosa che era abbastanza ignifuga e impermeabile, quindi poteva essere utilizzata per le ali e la fusoliera dei primi aeroplani e per produrre le pellicole cinematografiche. Nel 1907 fu inventata la bachelite, un tipo di plastica molto meno infiammabile della celluloide ed inoltre, non era fatta di celluloide, ma di una fonte ben più facile da estrarre e cioè dai gas naturali come il petrolio ed da altre sostanze. Nel 1913 lo svizzero Jacques Edwin Brandenberger inventa il cellophane, un materiale a base cellulosa prodotto in fogli sottilissimi e flessibili, il quale venne subito impiegato per gli imballaggi. Negli anni ‘20 la “plastica” trova anche una rigorosa base teorica. Hermann Staudinger, dell’Università di Friburgo, incomincia gli studi sulla struttura e le proprietà dei polimeri naturali e sintetici. La vera svolta avviene negli anni ‘30 e nella Seconda Guerra Mondiale, quando Wallace Carothers sintetizza per primo il nylon (poliammide), un materiale che si diffonderà con la guerra al seguito delle truppe americane con la produzione degli elmi in Plexiglass. Nel 1941 Rex Whinfield e James Tennant Dickson brevettano il polietilene tereftalato (PET). Nel 1973 Nathaniel Wyeth (Du Pont) brevettò la bottiglia in PET come contenitore per le bevande gassate. Il materiale oltre ad essere leggero, trasparente era anche resistente agli urti. Questo tipo di bottiglia è attualmente utilizzata per il confezionamento delle acque minerali e delle bibite. Oggi si assiste alla grande applicazione sempre più sofisticata dei “tecnopolimeri” i quali hanno caratteristiche di resistenza sia termica che meccanica che a volta sono superiori anche ai metalli speciali o alla ceramica e permettono di essere utilizzati per la produzione di palette per turbine e di altre componenti dei motori degli aviogetti e nella produzione di pistoni e fasce elastiche per automobili.