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Sembrerebbe che negli ultimi anni i ragazzi che compiono atti estremi, compromettendo la propria vita e quella altrui, siano aumentati.
Negli ultimi mesi del 2024 i giornali hanno riportato vari episodi :
Ragazzo 19enne ucciso a colpi di pistola.
Il giovane è morto a San Sebastiano al Vesuvio, nella provincia di Napoli, la notte tra l’1 e il 2 Novembre. L’ipotetica origine della sparatoria sarebbe stata un paio di scarpe pestate per sbaglio
12enne aggredito a coltellate dalla sua compagna di banco.
Supponendo che il suo amico avesse fatto la spia con una docente, la ragazzina lo ha pugnalato. La stessa , dopo essere fuggita per pochi metri, si è fermata e ha contattato il 112 raccontando l’accaduto. All’arrivo dei carabinieri ha consegnato il coltello, lungo dieci centimetri portato da casa. In contemporanea, la vittima è stata trasportata in ospedale pediatrico del Bambin Gesù di Roma con ferite al torace e alla mano, ritenute superficiali.
17enne uccide i genitori e il fratello minore.
L’adolescente nella notte del primo Settembre, si sarebbe recato in cucina per uccidere nel sonno con un coltello suo fratello, di soli 12 anni, e successivamente sua madre e suo padre. Contattato il 112 lo stesso avrebbe accusato del pluriomicidio suo padre. Ciò allo scopo di evitare le conseguenze della sua condotta. Successivamente avrebbe confessato il reato e la premeditazione giustificandosi con le parole “Non avevo un vero dialogo con nessuno. Era come se nessuno mi comprendesse”.
Tra le cause dell’aumento di abusi e aggressioni l’uso di alcool e sostanze stupefacenti sempre più presenti fra i giovanissimi, il disagio e la fragilità giovanili aumentate nel post Covid, il ruolo dei social con l’ossessiva ricerca di visibilità . Da non sottovalutare infine i messaggi violenti e sessisti che arrivano, ad esempio, dalla musica trap, ascoltata anche da ragazzi molto giovani.
I dati pubblicati dal Dipartimento delle politiche antidroga, evidenziano un aumento rispetto al 2022 delle percentuali di studenti tra i 15 e i 19 anni che hanno fatto uso almeno una volta di cocaina (dall’1,8% al 2,2%); Oltre 76mila ne riferiscono un uso quasi quotidiano. Aumenta infine la percentuale di coloro che l’hanno utilizzata per la prima volta a 14 anni o meno.
La pandemia COVID-19 ha stravolto la vita di bambini e adolescenti, andando ad aumentare il disagio psicologico che può manifestarsi in diversi modi tra cui l’ansia, la depressione, i disturbi alimentari. Il rapporto UNICEF sulla condizione dell’infanzia nel mondo del 2021 stima che nella fascia di età compresa tra 10 e 19 anni, il 16,6% di ragazze e ragazzi soffrono di problemi legati alla salute mentale, con percentuali che arrivavano al 17,2% per la popolazione femminile (al 16,1% per quella maschile).
L’elemento che collega tra loro tutte queste motivazioni potrebbe essere un utilizzo spesso eccessivo dei dispositivi elettronici, sviluppatosi proprio durante l’emergenza COVID-19, in un momento nel quale essi sono diventati per i ragazzi un surrogato delle relazioni sociali con effetto consolatorio. Superata la crisi pandemica il danno era già fatto e l’abitudine acquisita. Infatti ancora oggi i giovani risentono di una delle sue conseguenze più dannose: la dipendenza dal cellulare.
Questa dipendenza che si sviluppa attraverso meccanismi di gratificazione immediata può portare i ragazzi a trovarsi in situazioni insidiose come l’ossessiva ricerca di consensi nei social, la sovraesposizione, l’accesso a contenuti pericolosi, il consumo compulsivo di contenuti digitali e di prodotti di qualsiasi tipo, anche illegali. Il tutto a scapito di sane relazioni sociali sempre più rare. In altre parole i ragazzi costretti a stare soli hanno imparato fin troppo a stare soli, ma non sempre ci stanno bene.
I comportamenti estremi di ragazzi da poco usciti dall’infanzia devono ricordarci di non trascurare i segnali di disagio . La società civile, le istituzioni, oltre naturalmente alle famiglie e alla scuola hanno il dovere di intervenire tempestivamente, offrendo ascolto, comprensione e supporto. È necessario costruire un mondo in cui i ragazzi si sentano accolti, guidati e responsabilizzati, prevenendo così derive estreme e tragiche.
Elisabetta Ditaranto