Dalla Redazione del TGTassoNews – È il 3 ottobre del 1849, un uomo cammina barcollando per le strade di Baltimora. È disorientato, confuso, gli occhi sottili persi in un vuoto che sembra non avere fondo. Quell’uomo è Edgar Allan Poe. Il suo nome già riecheggia tra le ombre, un nome che ha inciso le pagine della letteratura come una lama affilata di angoscia, mistero e follia.
Lo trovano riverso su un marciapiede, gli abiti logori e inadatti alla sua figura elegante di un tempo. Parlava di corvi, di sepolcri prematuri, di occhi che fissano l’infinito senza mai batter ciglio. Nessuno sa davvero cosa gli sia successo: avvelenamento? Alcolismo? Malattia? O forse qualcosa di più oscuro, qualcosa che Poe stesso aveva intravisto nel suo viaggio nella mente umana?!
Edgar Allan Poe è considerato uno dei maggiori e più influenti scrittori statunitensi della storia. È stato l’iniziatore del racconto poliziesco, della letteratura dell’orrore e del giallo psicologico, scrivendo anche storie di fantascienza e avventura. Fu altresì un poeta romantico di valore, anticipando il simbolismo e il “maledettismo”.
Poe è considerato il primo scrittore alienato d’America, avendo dovuto lottare per buona parte della vita con problemi finanziari e personali, oltre che con l’incomprensione del pubblico e della critica dell’epoca.
Il suo cuore cede il 7 ottobre, vittima di un destino che sembra scritto con la stessa mano che ha usato per plasmare i suoi racconti. Un finale tragico, inevitabile. Forse, proprio come i suoi protagonisti, Edgar Allan Poe non poteva sfuggire alla fine che aveva scelto per sé, sepolto nei misteri che tanto amava svelare agli altri, ma da cui non è mai riuscito a liberarsi.
E così, l’immenso Edgar Allan Poe svanisce nel buio di quella notte di ottobre, come un sussurro tra le foglie mosse dal vento. Il suo cuore smette di battere, ma il suo respiro si mescola all’aria fredda e continua a vagare tra i sogni e gli incubi di chi lo leggerà.
Forse, in fondo, non è mai veramente morto. Probabilmente si è solo dissolto tra le sue stesse parole, quelle che parlano di amori perduti, di occhi senza vita, di corvi che gracchiano l’eternità.
Ed è lì che lo troviamo ancora, ad ogni rilettura, ad ogni passo dentro il suo abisso: un uomo che ha fatto della propria angoscia un’arte, che ha illuminato l’oscurità con un lampo di genio, e che ora vive per sempre, come una fiamma tremolante nell’ombra! In aggiunta al mistero che circonda la morte di Poe, un visitatore sconosciuto, comunemente denominato “Poe Toaster”, rese omaggio alla sua tomba ogni anno, a partire dal 1949. Dato che questa consuetudine è proseguita per oltre 60 anni, è probabile che il “Poe Toaster” sia stato in realtà più di una persona, anche se il tributo era sempre lo stesso. Ogni 19 gennaio, nelle prime ore del mattino, questo personaggio faceva un brindisi con cognac presso la lapide originale di Poe, lasciando tre rose. I membri dell’Edgar Allan Poe Society di Baltimora hanno contribuito a proteggere questa tradizione per decenni.