di MARTINA MONGIOVÌ (3c) – Spesso i ragazzi si sentono strani, scioccati da tutto, disorientati perché vivono in due mondi diversi nello stesso tempo e contengono tante di quelle emozioni dentro, contemporaneamente, che non capiscono se sono felici, tristi o nervosi. Almeno era come si sentiva Matilde. Aveva 13 anni, frequentava la terza media ed aveva buoni voti in tutte le materie, era piena di amici che le volevano un gran bene, in particolare: Sofia, Fulvia e Giulio. Per lei erano come fratelli, li considerava speciali, non voleva che nessuno gli facesse del male e, in certe occasioni era molto gelosa perché la sua più grande paura era quella che qualcuno migliore di lei potesse portaglieli via. Erano tutti e 4 ragazzi completamente diversi. Sofia era una ragazza molto vivace e iperattiva, al contrario di Matilde che era molto calma e pigra in certe occasioni, lei però la coinvolgeva in tutto, la chiamava per andare al mare insieme, per uscire il pomeriggio o la sera, aveva sempre voglia di fare qualcosa con Matilde, purché passassero del tempo insieme. Si vedevano tutti i giorni dopo la scuola, i genitori erano molto amici, infatti a giorni alterni si invitavano ognuna nelle proprie case, per studiare, vedere film o cantare col karaoke. Si divertivano molto insieme ed una sera avevano fatto anche un pigiama party. Matilde chiamava Sofia “Alice nel paese delle meraviglie”, perché a volte era come se vivesse nel suo mondo fatato. Fulvia invece era tutta un’altra storia, era una ragazza molto seria, che non si apriva facilmente con le persone, prima doveva conoscerle bene, doveva fidarsi ciecamente. Matilde la considerava la sua …. psicologa, perché quando aveva un problema Fulvia c’era sempre per lei e non solo l’ascoltava, ma le diceva come poter affrontare al meglio la situazione, la consigliava e le toglieva tutti i dubbi che le riempivano la testa, facendole risolvere il problema. Logicamente anche Matilde faceva tutto questo con Fulvia e molto spesso si ritrovavano nelle stesse situazioni, era buffa come cosa. Fulvia si vedeva con Matilde tutti i giorni a scuola, erano compagne di banco. Uscivano il sabato o la domenica, il martedì e il giovedì andavano in palestra insieme perché condividevano la passione del Taekwondo e, raramente, Matilde andava a casa di Fulvia, ed era proprio in quelle occasioni che le loro vite si mischiavano e ne combinavano di tutti i colori. Con Fulvia era come se all’improvviso tutto diventasse un po’ più sopportabile. Era veramente “l’amica” con la A maiuscola. Sapeva tutto di Matilde e spesso si capivano con un solo sguardo, o tramite un messaggio. Fulvia era in grado di capire ogni problema di Matilde senza che lei le avesse detto nulla. Si reputavano due pazze, solo loro si capivano, avevano bisogno l’una dell’altra. Giulio, non so bene come descriverlo, era un ragazzo unico, uno come lui non si trovava da nessuna parte. Lui c’era sempre stato per lei e, quando lei nascondeva qualcosa, lui lo capiva subito guardandola negli occhi. Avevano gli atteggiamenti di due fidanzati, ma non lo erano, la loro era un’amicizia unica, nessuno poteva averla. Matilde teneva molto a Giulio e quando litigavano stava male, non mangiava, aveva il volto ricoperto da un alone di tristezza, perché non poteva stare senza di lui. Erano gelosi l’uno dell’altra e spesso infatti le loro liti erano basate su questo problema. La cosa bella era che risolvevano tutto subito perché non potevano stare separati. Matilde invece, non so bene come descriverla, …….. era lei …… punto. Era sempre stata una ragazza allegra ma, negli ultimi mesi aveva sbalzi d’umore continui, teneva un sorriso a 32 denti e un momento dopo piangeva, era serena e all’improvviso si alterava per una sciocchezza. Teneva un segreto che in pochi sapevano e probabilmente era per questo che stava così, Fulvia la aiutava molto ma, non si sentiva capiva al cento per cento, perché fondamentalmente non si capiva nemmeno lei. Si sentiva sempre strana e la ragione era che adesso Giulio nel suo cuore non occupava più il posto del “fratello”, perché si era innamorata di lui. Potrebbe sembrare una sciocchezza, chi alla sua età non soffre per amore ma, lei era innamorata sul serio e non faceva altro che pensare a lui. I suoi genitori lo sapevano e le avevano detto che doveva semplicemente dimenticarlo ma, per quanto lei si sforzasse non ci riusciva, Giulio era entrato nel suo cuore e sapeva che non ne sarebbe uscito più. La mamma aveva un ottimo rapporto con lei, Matilde si sfogava ma il problema rimaneva. Col papà erano un corpo ed un anima, erano legatissimi, era quello che cercava di aprirle gli occhi più di tutti, le aveva detto che non faceva altro che sbatterci la faccia e tornare indietro, Matilde lo sapeva benissimo, ma avrebbe potuto sbatterci la testa altre mille volte, in questo momento era il suo cuore che comandava. Sofia le aveva detto anche di dimenticarlo, che alla fine non era un ragazzo adatto a lei, perché non avevano molto in comune, ma come si dice, gli opposti si attraggono, e poi loro erano stati per molto tempo fratello e sorella, quindi già c’era un bel rapporto. Fulvia d’altro canto aveva fatto il possibile ma, non c’era nulla da fare, Giulio agli occhi di Matilde era il migliore. Diceva sempre che non si era innamorata solo della sua tenerezza, dolcezza o simpatia ma, anche della parte “più brutta”, come la sua gelosia un tantino esagerata, le piaceva anche quando la mandava a quel paese, quando si innervosiva con lei per una sciocchezza, insomma amava tutto di lui. Non come le altre che si innamorano di qualcuno e appena lui sbaglia lo lasciano perché non sopportano i suoi difetti. Avrebbe tanto voluto che lui provasse lo stesso. Non era una che si faceva problemi o scrupoli nel dire le cose, infatti Giulio ne era a conoscenza. Lei non faceva altro che fargli dichiarazioni d’amore, ormai nella sua testa c’era solo lui. La mattina era felice di andare a scuola perché sapeva che lo avrebbe visto, si svegliava col sorriso perché la notte lo sognava, durante le lezioni lo fissava e appena lui si girava lei diventata rossa, Fulvia non ne poteva più…….. Matilde aveva detto molto volte che ci avrebbe rinunciato, ma appena lo vedeva si rimangiava tutto quello che aveva detto, le iniziava a battere il cuore all’impazzata e certe volte se lo sentiva salire in gola o se lo sentiva uscire dal petto, gli occhi le brillavano come non mai, diventava la persona più felice di questa terra. Però di contro c’era che purtroppo era diventata ancora più gelosa, e se prima non lo dava a vedere adesso se la prendeva per ogni cosa, se lui tipo abbracciava un’altra, lei ci rimaneva male ed era in quelle occasioni che capiva che doveva smetterla. Ma era troppo innamorata. A scuola si faceva prestare la sua felpa, non la toglieva per nulla al mondo, era come avere lui accanto, e odorava il suo buon profumo. L’amore che lei provava per lui, era diverso da quello di tutti gli altri. Alla vostra età chi amerebbe i difetti dell’altro, chi accetterebbe gli sbagli, le mille liti, senza mai pensare di lasciare il proprio ragazzo? Matilde si poneva spesso questa domanda ma, sapeva benissimo che non serviva a nulla. Si illudeva ogni giorno di più. E purtroppo anche se cercava di respingere questo sentimento durante il giorno, la sera veniva fuori tramite i sogni. Le venivano i flash mentali a scuola, il suo cervello oramai lo pensava automaticamente. Erano già quattro mesi che andava dietro a lui, ma non si arrendeva, era convinta che lui prima o poi avrebbe ceduto. A volte pensava che un giorno si sarebbe fidanzata e che lui avrebbe dovuto rimpiangere il giorno in cui le aveva detto che non provava nulla, che non era la ragazza per lui, ma lei sapeva che questo non sarebbe avvenuto, perché nel suo cuore ormai c’era inciso il suo nome, come una macchia indelebile. Tutti le avevano detto di lasciar perdere. Lei però non cedeva, avrebbe ottenuto quello che voleva, perché gli altri potevano essere belli, alti, intelligenti, teneri, brillanti ma ….. tutti avevano un unico difetto, non erano lui. Continue…..