//Farinella, che bontà!

Farinella, che bontà!

di | 2024-06-17T18:50:42+02:00 17-6-2024 18:50|Alboscuole|0 Commenti
Questa nostra intervista, originariamente in 1789 battute, è stata inviata alla “Gazzetta del Mezzogiorno” nell’ambito del progetto “Carta canta. Ecologia + Economia per le scuole”, in collaborazione con Confindustria Bari, con il coordinamento dell’Ufficio scolastico provinciale e con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Puglia.  Abbiamo intervistato l’unico e si spera non ultimo rivenditore di farinella putignanese: il sig. Paolo Campanella. Da quanti anni fa questo lavoro?   Da 4 generazioni. Mio nonno è nato nel 1880, mio padre nel 1914. I miei avi aggiustavano carretti; poi si sono occupati di questo. Producevano sfarinato per gli animali: all’epoca i mangimi non esistevano. Come ha cominciato?  – Ho iniziato a 19 anni, dopo il servizio militare. Ho imparato tutto da mio padre. Perché la farinella è la specialità di Putignano?   In realtà si tratta di una specialità della zona dei trulli, ma si trova anche a Palagiano o a Castellaneta. È un cibo povero ma nutriente. Quanti tipi di farinella esistono? – Ce n’è di solo orzo, di soli ceci, e poi mista. Qual è il tipo più venduto? – La farinella mista. Una volta era fatta in casa, tostando i legumi. Da dove arrivano gli acquirenti?Dai dintorni; ma acquistano on line anche da Germania, Canada, Brasile.  In quali periodi se ne vende di più?Da dicembre a marzo, nel periodo delle rape. Si vende anche in Lussemburgo. Da dove si rifornisce di legumi?Da Putignano. Ho anche farina di farro, grano arso e saraceno, macinati a pietra. I macinini in legno del mio laboratorio sono stati costruiti in Austria; quelli in metallo si producono in Emilia o nelle Marche. Sta cercando di far diventare la farinella un prodotto protetto?Sono associato a Slow Food e iscritto all’Atlante dei prodotti tipici. Ho ottenuto la Denominazione Comunale (De Co) di Putignano. Ottenere delle certificazioni è molto, molto complicato. Cosa sta facendo per tramandare il suo lavoro?Niente. Non ho eredi né allievi. Spero che qualcuno venga ad imparare, anche se il lavoro è piuttosto faticoso.

Gli alunni del “Giornalino della Parini” – Putignano