Sa Sartiglia è una manifestazione carnevalesca facente parte delle tradizioni sarde ormai da secoli. Sartiglia è un termine che deriva sia dal castigliano sia dal latino, e significa anello ma anche fortuna. Non per nulla possiede questi significati, infatti la Sartiglia consiste proprio nel tentativo dei cavalieri di centrare un oggetto che funge da bersaglio, ossia la stella. Tutto ciò viene svolto in sella a dei cavalli, delle volte facendo anche delle acrobazie e giochi di scenografia che crea addirittura della tensione ma anche gioia negli spettatori. Sa Sartiglia si può dunque definire una celebrazione con origini molto lontane che ha come scopo l’intrattenimento del pubblico con degli splenditi spettacoli equestri. Si celebra l’ultima domenica e il martedì del carnevale a Oristano, paese che si trova nella costa occidentale della Sardegna. In questo paese il carnevale e Sa Sartiglia vengono infatti considerati sinonimi. In questa sorta di gioco vi è il signore della festa chiamato “su Componidori”, assistito da “su segundu Componidori” e “su terzu Componidori”. Su componidori è colui che armonizza e compone questo grande evento, colui che si occupa di aprire la sfilata infilando per primo la spada nella stella, ed è riconoscibile grazie all’abbigliamento composto da una camicia bianca, pantaloni e gilet di pelle, una maschera androgina posta sul viso e un velo da sposa con un cilindro nero posto sul capo. Grazie a “le Massaieddas”, giovani ragazze che si occupano di vestire direttamente addosso a su Componidori l’abito sardo tipico oristanese, su Componidori può scendere in pista in tutta la sua eleganza e bellezza. Le Massaieddas, durante il corteo, si occupano anche di portare le vari parti del vestito al Gremio. Tutta la celebrazione ruota attorno a lui, che viene nominato con questa carica dalla massima autorità del Gremio dei contadini e da quella del Gremio dei falegnami.