Alessia Pifferi è stata condannata all’ergastolo per aver lasciato morire sua figlia di 18 mesi. È questa la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Milano. La bambina, Diana, è stata lasciata da sola a casa nel weekend con una bottiglietta d’acqua baby da un quarto di litro e 130 millilitri di latte per sopravvivere, mentre la madre andava a trovare il suo compagno a Leffe, in provincia di Bergamo, dimenticandosi volontariamente di sua figlia. Questo era successo già in altre occasioni, da quanto affermato dalla stessa Pifferi: “Le lasciavo due bottiglie d’acqua e una di tè deteinato”, ma non avrebbe mai immaginato che stavolta questa azione avrebbe provocato la morte di sua figlia. In casa è stato trovato e sequestrato un flacone di un ansiolitico contenente benzodiazepine. Gli investigatori sospettano che la madre lo somministrasse a Diana per tenerla calma durante le sue assenze. L’autopsia ha confermato che nei capelli della piccola ci sono tracce del medicinale, anche se in quantità limitate. Il medico legale Andrea Gentilomo ha confermato la disidratazione come causa della morte. Inoltre, secondo le analisi delle celle telefoniche, sembrerebbe che Alessia e il compagno si fossero recati a Milano, perché lui aveva un appuntamento di lavoro, ma nonostante ciò lei non chiese al fidanzato di accompagnarla a controllare la figlia, perché non voleva farlo arrabbiare. In tribunale lei proverà a difendersi con la scusa che la figlia era “una bambina invisibile” che non aveva mai giocato con gli altri bambini ma solo con gli adulti, e di essere stata costretta a crescere da sola una figlia senza l’aiuto del padre della piccola. Una bambina partorita in un bagno, sconosciuta ai servizi sociali, mai registrata da un pediatra, mai andata all’asilo nido e mai vaccinata. Il suo legale, l’avvocata Alessia Pontenani punta sull’incapacità mentale di Alessia Pifferi. Secondo i consulenti della difesa ha il quoziente intellettivo di “una bimba di 7 anni. Hanno messo una bambina in mano a una bambina”. Secondo il perito Elvezio Pirfo, la 38enne soffre di mancanza di empatia, ma non è una malata psichica. Pifferi “era molto dispiaciuta per l’atteggiamento della sorella e della mamma” le quali “quando il presidente ha pronunciato la parola “ergastolo” hanno festeggiato”. L’avvocato ha riferito che “per questo ha pianto tantissimo” e ha già fatto sapere che farà ricorso per riaprire il caso.