dalla Redazione del TGTassoNews – Oggi i giovani giornalisti della Redazione del TgTassoNews vogliono onorare il coraggio delle donne, ricordando un episodio accaduto a Roma durante l’occupazione tedesca. Il 7 aprile 1944 sul Ponte di Ferro furono uccise dieci donne a colpi di fucile. Questo fatto viene ricordato come la strage del forno Tesei (o eccidio del Ponte dell’industria)
Tesei era un mulino nella zona Portuense della Capitale che forniva pane e farina ai militari tedeschi. Il 7 aprile del 1944 fu preso d’assalto da decine di persone che volevano rubare qualche pagnotta. In quel periodo Roma era occupata dai nazisti, la popolazione era in miseria e il poco cibo concesso dalla razione giornaliera non bastava per sfamare tutti.
Quella mattina si era sparsa la voce che il mulino Tesei, oltre a produrre pane bianco, fungeva da deposito di farina. A decine, in gran parte donne, si accalcarono intorno all’edificio e riuscirono a sfondare i cancelli della struttura per fare razzia dei beni alimentari. Ma l’impresa non andò a buon fine perché la polizia nazi-fascista si recò immediatamente sul posto per ripristinare l’ordine.
Dieci donne furono bloccate e con la forza condotte sul Ponte di Ferro.
Furono disposte in fila contro la ringhiera e freddate a colpi di fucile. Uno scempio che non finì lì. Ai familiari delle vittime fu impedito di recuperare i corpi che rimasero su quel ponte fino al mattino successivo. Le salme furono poi caricate su un camion e nessuno seppe dove vennero portate e sepolte.
Il 7 aprile di ogni anno, giorno della ricorrenza, vengono posti dei fiori sulla lapide commemorativa realizzata sul ponte nel 1997.
Dopo l’eccidio al Ponte dell’Industria, episodi dello stesso genere si intensificarono e le donne ne furono senza dubbio protagoniste.
Il 3 maggio del 1944 fu attaccato un altro forno nel Tiburtino. E ancora una volta cadde sotto i colpi di fucile una donna, Caterina Martinelli, colpevole di aver rubato una pagnotta per sfamare i suoi sette figli. La figura della donna impavida che lotta con tutte le forze contro le ingiustizie dei nazi-fascisti è rappresentata nel capolavoro del 1945 di Roberto Rossellini, “Roma Città Aperta”. Emblematica la scena di Pina (interpretata dalla formidabile Anna Magnani) che corre dietro la camionetta dei militari nel tentativo di salvare suo marito. Muore, colpita da una raffica di mitra. La corsa di Pina per la libertà è la stessa di tutte quelle donne che si ribellarono all’occupazione nazista e al regime fascista, diventando il simbolo della Resistenza italiana.