dalla Redazione del TGTassoNews – La guerra tra Israele e Palestina, arrivata al suo 179simo giorno, continua la sua escalation. È di poco fa la notizia di raid israeliani su un edificio vicino all’ambasciata iraniana a Damasco.
Sette persone che lavoravano per la ong di aiuti alimentari statunitense World Central Kitchen sono state uccise in un raid aereo dell’esercito israeliano.
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha condannato l’attacco israeliano al complesso consolare del suo Paese a Damasco, affermando che “il crimine codardo non rimarrà senza risposta”.
Una situazione esplosiva, che continua a generare gravi bisogni umanitari tra le popolazioni palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza. I più vulnerabili sono sicuramente i bambini.
Infatti, il conflitto prolungato, l’occupazione militare israeliana, il blocco di Gaza, le violazioni delle leggi internazionali in materia umanitaria e di diritti umani, le divisioni politiche interne palestinesi e i frequenti periodi di escalation delle ostilità continuano a peggiorare le condizioni di vita dei civili palestinesi, che devono fare ogni giorno i conti con la mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria, con scarse risorse, alloggi inadeguati, insicurezza alimentare e aumento della povertà e della disoccupazione.
Anche il diritto all’istruzione dei bambini palestinesi è minacciato: gli ultimi tre anni scolastici sono stati difficilissimi, segnati dalla pandemia, dalle frequenti interruzioni delle lezioni a causa dei continui episodi di violenza e dai numerosi scioperi causati dalla crisi finanziaria che il sistema educativo palestinese sta attraversando ormai da tempo. Inoltre sono centinaia (il numero esatto non viene diffuso dalle autorità penitenziarie) i minori arbitrariamente detenuti nelle carceri israeliane.
Se non si troveranno premesse condivise per la reciproca accettazione, a cominciare dal riconoscimento e rispetto di interessi comuni, la pace rimarrà ancora un’utopia.