La scorsa estate insieme alla mia famiglia ci siamo recati nella nostra terra natìa che è Il Marocco! La notte precedente non ho dormito molto perché ero in ansia e soprattutto emozionata! Ci siamo imbarcati a Roma e siamo arrivati al porto di Tanger due giorni dopo. L’intero viaggio è durato tre mesi ed ho avuto la possibilità di visitare posti splendidi e indossare gli abiti tipici della nostra tradizione.
Il mese di agosto l’ho trascorso in una località marocchina dal nome “Beni Mella”, si tratta di una bella città incastonata tra le montagne dove ho visitato le meraviglie nel cuore del Marocco, i giardini di Ain Asserdaoun e il maestoso Castello della città.
In seguito ci siamo spinti nell’entroterra presso le cascate di Ozoud, per raggiungerle abbiamo percorso un tratto di fiume con delle piccole imbarcazioni panoramiche. La visita del posto è avvenuta indossando gli abiti della zona rispettandone gli usi, i costumi e le tradizioni. In questa occasione ho partecipato al caratteristico matrimonio marocchino.
Il matrimonio in Marocco consiste in una cerimonia che si attiene ai principi dell’Islam, perché le tradizioni sono musulmane. La giovane sposa viene onorata durante i riti nuziali, il suo abito ha il nome di Takchita, è orientale composto da almeno due pezzi, realizzato con tessuti preziosi riccamente ricamati, infatti richiede molte ore di lavoro artigianale. La Takchita viene perfezionata con una bellissima cintura artigianale (mdama) realizzata interamente a mano da un abile maestro artigiano. La sposa indossa abiti di tonalità diverse, il primo di colore bianco a seguire stoffe sempre più colorate. La sposa è protagonista della cerimonia, truccata e tatuata con l’hennè. Il momento in cui i due sposi dicono sì è detto Drib Sdak (contratto vero e proprio di matrimonio), e richiede la presenza di testimoni e di un notaio. I festeggiamenti durano ben tre giorni.
Quando sono rientrata a scuola, la mia professoressa Barbara Pisano ha avuto la buona idea di partecipare tutto il mio viaggio alla classe, proiettando le foto sulla LIM e facendomi spiegare i vari passaggi di un’esperienza meravigliosa. Ne è venuta fuori un’appassionante lezione che i miei compagni di classe hanno gradito e apprezzato.
Doha Barakat, classe terza A, Scuola secondaria di primo grado Mongrassano (CS)
Articolo curato dalla professoressa Rosalba Granieri