di Anna D’Onofrio, classe 3^I – La “parità di genere” significa uguale presa di coscienza e partecipazione per gli uomini e per le donne sia nella sfera privata che in quella pubblica. Il genere però si differenzia dal sesso: la parola “sesso” indica le diversità fisiche tra l’uomo e la donna, il genere invece i ruoli che sono determinati socialmente (il comportamento, le attività, gli atteggiamenti…). Le disparità di genere costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà. In Italia i divari educativi, culturali, sociali ed economici tra uomo e donna sono particolarmente evidenti rispetto al resto d’Europa. A partire da scuola e università, dove le ragazze sono sotto rappresentate nei percorsi di studio tecnici e scientifici anche a causa di pregiudizi di genere. Insomma, la donna non ha mai avuto gli stessi diritti dell’uomo. La parità di genere, garantisce alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come politicamente e economicamente. Essa è l’obiettivo 5 dell’agenda 2030 (un’agenda istituita dal governo che ha messo a punto 17 obbiettivi da raggiungere entro il 2030) che propone di eliminare ogni forma di discriminazione e violenza per tutte le donne, di tutte le età così come pratiche quali i matrimoni precoci o forzati e le mutilazioni genitali.