Il Var è uno strumento usato dai giudici di gara per esaminare situazioni dubbie. Il significato dell’acronimo è Video Assistant Referee, che in italiano può essere tradotto come video-assistente arbitrale. I due ufficiali che collaborano con l’arbitro in campo sono chiamati Var e Avar ed esaminano le situazioni dubbie della partita con l’aiuto dei filmati. Il metodo di arbitraggio che utilizza tale tecnologia viene chiamato “Var”. Il Var deve essere usato solo in quattro casi: assegnazione di un goal, assegnazione di un calcio di rigore, espulsione diretta (non per somma di ammonizioni) oppure errore d’identità (quando l’arbitro ammonisce o espelle il calciatore sbagliato). Il funzionamento del Var è caratterizzato da tre diverse fasi. Var e Avar informano l’arbitro riguardo ad una decisione da rivedere. Var e Avar riguardano le immagini video spiegando all’arbitro cosa è successo, L’arbitro per decidere può rivedere il video a bordo campo. La decisione finale spetta a quest’ultimo. Gli arbitri designati come Var e Avar stanno in una sala di controllo che si trova all’interno dello stadio oppure in un pulmino all’esterno dell’impianto e sono affiancati da due tecnici video. Il Var e l’Avar hanno il compito di seguire le dinamiche di gioco e lo svolgimento dell’azione su alcuni schermi e quando si accorgono che l’arbitro in campo ha preso una decisione sbagliata, oppure c’è una valutazione dubbia, gliela comunicano via radio perché la corregga. L’International Football Association Board, l’organismo internazionale che decide quali sono le regole del gioco del calcio, ha approvato l’uso del Var il 6 marzo 2016. Il Var è stato inserito in serie A, nella stagione 2017/2018, con la prima partita disputata dalla Juventus e dal Cagliari per assegnare un calcio di rigore al Cagliari che è stato parato da Buffon. Il Var viene adoperato in tutte le competizioni calcistiche come Champions League, Europa League ma è spesso soggetto a protocolli di revisione.