Oggi, molto più di ieri, i ragazzi interrompono gli studi prima del tempo, in genere dopo la terza media. Ci sono giovani tra i 18 e i 24 anni che non lavorano, non studiano, e non frequentano corsi di formazione professionale, poi ci sono quelli che non hanno mai completato gli studi. Le cause dell’abbandono scolastico sono diverse. Si parla di problemi economici per i quali le famiglie non spingono i figli a studiare, si parla di problemi sociali perché un giovane che abbandona gli studi ha molta più difficoltà a trovare un lavoro stabile, e infine si parla di problemi psicologici dovuti all’esclusione sociale per mancanza di cultura. Si dice che per intervenire in maniera efficace su questo problema occorra che la scuola venga messa al centro di un cambiamento totale, dato da una migliore qualità dell’insegnamento che metta tutti nella condizione di apprendere e di sviluppare la propria capacità creativa e la propria identità culturale in ogni momento della propria vita. Sarebbe favorevole diminuire il numero di alunni per classe, in modo che ciascun alunno possa essere seguito anche individualmente dall’insegnante e riorganizzare le scuole sul territorio in modo tale da non creare delle disparità a livello scolastico. Funzionale inoltre sarebbe estendere il tempo pieno, mettere in insicurezza e migliorare le strutture scolastiche in modo da renderle a norma. Questi sono obiettivi fondamentali e lo Stato deve cercare in tutti i modi di adoperarsi per risolvere il problema dell’abbandono scolastico prematuro.