Tensioni radicate nel tempo hanno riportato nuovamente episodi di violenza e ostilità tra Israele e la Palestina. I motivi sono molto complessi. Riguardano questioni religiose che, negli anni, si sono mischiate ad altri interessi. Alla base di tutto però vi è una disputa per il possesso di alcuni territori che ebbe inizio con la creazione dello Stato di Israele. A volere questa guerra non sono tutti i palestinesi bensì Hamas, un’organizzazione religiosa islamica palestinese, paramilitare politica, che viene considerata un gruppo terroristico. Dopo la seconda guerra mondiale ci furono grandi immigrazioni di ebrei verso il territorio palestinese che ormai era abitato da secoli dai palestinesi stessi. Decisero di stanziarsi lì perché volevano creare uno Stato ebraico in Palestina che sentivano come loro regione storica. Questo provocò la reazione degli arabi palestinesi. Tutti e due i popoli volevano i territori e non riuscivano a trovare un punto d’incontro. Nel 1945 nacque la Lega araba, (coalizione di Stati arabi) e ci furono numerosi conflitti tanto che l’ONU nel 1947 decise di dividere i territori in uno Stato ebraico e uno Stato arabo. Nel 1948 gli ebrei proclamarono la nascita dello Stato di Israele e la Lega araba considerò ciò una provocazione. Scoppiarono numerosi conflitti che furono vinti dall’Israele che si impadronì di diversi territori arabi. Negli anni nacquero diversi gruppi anti israeliani, per liberare la Palestina. I conflitti continuano ancora oggi con attacchi, bombardamenti nella striscia di Gaza e la morte di tantissimi civili di entrambe le parti colpevoli solo di vivere in un luogo dove non regnerà mai la pace.