Il giorno dopo a scuola Aurora disse entusiasta che oggi voleva trovare il colpevole, quindi voleva che Conti cercasse D’Alfonso e lei sarebbe andata a trovare Caruso. Le diedi il permesso e l’intera prima lezione mi misi a indagare: se il colpevole fosse stato Caruso, perché lo fece? E se fosse stato D’Alfonso? Come, quando e dove ha potuto il ladro rubare i venti euro? Rimasi lì a riflettere fin quando suonò la prima campanella per il cambio d’ora.
«Oh, no… no!» sentii una voce femminile sibilare disperatamente.
«Ch’è successo, Lucia?» ed eccone un’altra.
«Greta… non trovo più i soldi che ti devo» singhiozzò Lucia Barbieri.
«Oh, tranquilla, me li puoi dare anche la prossima volta» consolò Greta Esposito all’amica.
Conti si avvicinò ad Aurora.
«Ahi ahi, looks like there’s a trouble!»
«Credo di sì… Non mi aspettavo che il ladro commettesse un altro furto»
«Cosa credi di fare, detective Bianchi?»
«Devo ancora vedere»
«Interesting! Se serve aiuto always call me»
Conti si allontanò da Aurora e si avviò verso l’uscita della classe.
«Uff… Dobbiamo velocizzare a trovare il criminale»
Detto ciò aspettò fino alla ricreazione per chiedere a Esposito alcuni dettagli del furto, visto che secondo Aurora chiederlo direttamente a Barbieri sarebbe stato irrispettoso.
Quando Bianchi glielo chiese alla ricreazione, Esposito disse che Barbieri le doveva quindici euro e li perse.
Ormai non volevo più perdere tempo, volevo cominciare subito a trovare il colpevole. Chiamai Aurora dicendole di portare alcune parole mie a Conti senza appuntare che ero stato io a dirle, così lei corse verso Conti che sorrise dopo averla ascoltata sussurrare e si diresse verso D’Alfonso. Diedi un’occhiata a Aurora e lei andò a trovare Caruso. I due si misero a parlare, Conti congedò D’Alfonso e aspettò che Aurora finisse di interrogare Caruso, quando la ragazza si rese disponibile, Conti le disse alcune parole e se ne andò. Bianchi tornò al proprio posto avvicinandosi con la sedia a me e cominciò:
«Cominciamo da Claudio D’Alfonso: lui è egoista e arrogante, snobba tutte le persone con l’età simile o uguale a lui e si crede superiore a loro perciò parla in un modo antipatico, anche se fa paura alla maggior parte della classe, non ha mai pensato di rubare i soldi, però adesso lo potrebbe fare. Lui ha detto così»
«Che birbante» commentai.
«Poi abbiamo Ettore Caruso, lui odia pienamente Francesco e sono nemici sin dalla seconda elementare. Il motivo per cui lo sono non so, però so che quando si vedono pare che si sfidino lottando entrambi nella mente, hanno tutti e due uno sguardo di ferro quando lo fanno. Ah, poi, ho cercato privatamente Francesco e lui dice che controllava ogni mattina a casa e in classe quei suoi venti euro, solo che il venti settembre si è dimenticato di farlo a casa»
«Vuoi dire che? Allora Mancini ha controllato i soldi il diciannove mattina a casa e in classe e il venti solo a scuola?»
«Beh, credo di sì»
«Quindi il furto potrebbe essere accaduto anche il diciannove e non per forza il venti, giorno che Mancini si è accorto del furto»
«Credo che hai ragione»
«Bene, questo inizia a interessarmi» pensai e dissi, successivamente. «Dovremo ricominciare a costruire gli alibi, indizi, prove, moventi e testimonianze anche se non ci sono»
A pausa pranzo mi misi a ricomporre le informazioni, però non ce n’era una utile. Arrivato il momento, chiamai Aurora per andare al parco e sedersi con scopo di discutere sul furto avendo pensato che a scuola potrebbe attrarre qualche osservazione.
«Mi stai chiedendo di uscire privatamente? È un appuntamento, eh?»
«Ti ho chiesto di venire, non di uscire. Se tu mi segui al parco non equivale a un appuntamento. Dobbiamo raccogliere informazioni utili. Anzi, devi raccogliere»
«Cosa vuoi che io chieda?»
«Se Conti il diciannove ha fatto la stessa cosa del giorno dopo, il venti, in primis»
«Per verificare se è affidabile?»
«Giusto»
«Il nineteenth ho fatto la stessa cosa» sentii la voce di Conti «Inoltre ho visto un gatto randagio e l’ho accarezzato. Sono affidabile?»
«Ehm… sì?» disse Aurora dandomi un’occhiata per cercare concordanza.
«È possibile che sia vero, ma anche che sia falso, ciò che hai detto. Scelgo comunque di confidarmi» dissi.
«Oh, thanks. Are you the gentleman who I saw on the twenty first of September at the canteen?»
«Yeah, that’s me»
«Parli l’inglese fluentemente! What’s your full name?»
«Mi può chiamare… Alessandro»
«Glad to know you, Alessandro. Credo che sai già come mi chiamo, vero? Suppongo che Miss Bianchi ti ha raccontato tutto ciò che io ho detto a lei, right? Vi vedo quasi sempre insieme a parlare. Posso sapere il vostro progetto e la vostra indagine?»
«I sospettati sono le persone cui Auro… Bianchi ti aveva chiesto di parlarci»
«Lucia Barbieri, Edoardo Colombo, Greta Esposito, Marta Marchetti ed Elisa Ricci, right?»
Aurora ci guardava discutere cercando di intromettersi, ma non ci riuscì.
«Esattamente. Di sospettati abbiamo in più Leone che avevo escluso, ma adesso non più; D’Alfonso che ho escluso e Caruso»
«Per mio primo intuito, quei cinque che avevamo citato li possiamo tranquillamente escludere, anche D’Alfonso, che sembrava nervoso e scocciato quando gli avevo chiesto di questa cosa, scocciato da farmi sembrare che era impossibile che fosse stato lui. Quindi abbiamo solo questi due… Beh, ho già la risposta e devo avere le prove»
«Anch’io. Bianchi, tu ci sei?»
Aurora sussultò.
«Eh? Ah, sì, sì, ho quasi capito»
«Bene, allora, Conti, confido in te, non deludermi»
«Non ho mai deluso nessuno. See you tomorrow»
Lo salutai. «Puoi andare, abbiamo finito questa conversazione da diplomatici» dissi rivolgendomi ad Aurora.
«Ah… allora a domani»
Ripetei ciò che disse,
Oggi è il ventiquattro settembre, credo di poter terminare questa commedia oggi. Incontrai Aurora e noi due andammo verso il corridoio dove Conti aveva bloccato Leone con un braccio per il corridoio.
«Ehilà, Leonardo Leone» disse Conti con voce né aggressiva né pacifica.
«Che… che c’è?»
«Rispondimi: il diciannove settembre cosa facevi?»
«Eh? Ehm… Come sempre ho preso l’autobus e dopo è salito Francesco. Abbiamo chiacchierato e siamo arrivati a scuola»
«E doposcuola?»
«Prendiamo lo stesso autobus anche di ritorno, solo che lui scende due fermate prima di me»
«Prima di salire non hai fatto niente di sporco?»
«Sporco? Giuro di non aver rubato i soldi a Francesco! Noi abbiamo paura di perdere l’autobus e andiamo alla fermata chiacchierando per tutto il tempo»
«Ho capito. Ora sei libero»
Veramente potente. Conti lo lasciò e se ne andò, Leone corse in bagno per sciacquarsi il viso sbiancato e Aurora li guardò con aria sconvolta.
«Conti» chiamai entrando in classe «Credo che dopo aver trovato la prova possiamo giudicare»
«Keep calm, guarda che per trovare la prova serve tempo»
«Mica tanto, basta vedere se ha venti euro in tasca o no»
«Ti sei dimenticato dei quindici euro di Miss Barbieri?»
«Giusto. È sempre stata la stessa persona?»
«Beh, a quanto so io se li è persi e basta, inoltre il ladro non ha un movente»
«Concordo»
«Alla ricreazione troviamo la prova, ci riposiamo dopo pranzo e prima di uscire terminiamo questa storia»
Annuii e Aurora si lamentò dicendo di non dimenticarla.
Arrivò la ricreazione. Conti disse di aver trovato i venti euro probabilmente di Mancini nello zaino del ladro. Lo analizzò e si assicurò di chi è la banconota, quindi ci chiese:
«Well, sappiamo già chi è the thief, chi vuole fare l’eroe per mostrarsi e dire agli altri chi è stato?»
Rimasi in silenzio.
«Beh, facciamo fare a te, Maurizio» continuò Aurora.
«Sure, my pleasure»
Il tempo passava veloce e le lezioni erano terminate. Appena il professore dichiarò «Ok, è finita la lezione» Conti si alzò e urlò:
«Alt! All the students, non vi muovete. Ho da dire una cosa»
«Proprio come fa Conti, eh? Con il suo vocione» commentò sussurrando a me Aurora.
In classe si sentono lamentele specialmente da Mancini e Leone.
«Ora che vuoi fare?» borbottò Mancini.
«Perderemo l’autobus!» continuò Leone.
«I don’t care»
I due tacquero.
«Allora. Vi ricordate tutti sicuramente di quel che è successo il venti settembre, no?»
La classe annuì.
«Sono qui per svelare il mistero»
A questa dichiarazione, nell’aula si ebbe un brusio, ma subito scomparve con la voce di Conti.
«Dunque, il giorno in cui Francesco Mancini ha scoperto che i suoi soldi sparirono fu il venti, ma questo è solo quel che LUI ha detto. Voglio dire, in realtà i soldi li ha persi il diciannove perché il venti mattina tutti hanno l’alibi e io ne posso anche verificare la correttezza»
Conti riprese fiato e continuò.
«Siccome il venti Mancini si è dimenticato di controllare la borsa prima di uscire, non sapeva che la banconota l’aveva già smarrita il giorno prima. Più precisamente, il pomeriggio prima che finivano le lezioni.»
Si mise in braccia conserte.
«Greta e Marta si sono messe a chiacchierare, nel giorno del furto; Edoardo passeggiava nel corridoio e Elisa si preparava per uscire; Lucia fu la terza ad andarsene, dopo di Francesco e Leonardo; Aurora era uscita poco dopo di Lucia e Alessandro era restato in classe; Claudio era già uscito venticinque minuti prima che finisse la lezione; Ettore si è messo a leggere. Tutti questi che ho nominato hanno l’alibi»
«E allora hai nominato tutti, cosa l’hai detto a fare?» Commentò una voce maschile probabilmente di Caruso.
«Tutti avevano un alibi simile a quello di prima durante la lezione dopo la pausa pranzo a parte una persona, Ettore Caruso»
Caruso sembrò spaventato e subito obiettò: «Se… se sono stato davvero io, perché lo avrei fatto?»
«Per l’odio verso Francesco. Il sabato diciassette settembre lui ti aveva insultato di nuovo e tu gli volevi far sapere che ne avevi sopportato abbastanza e gli volevi fare uno scherzo nascondendogli la banconota. Dopo o ti eri pentito e non hai avuto il coraggio di confessare a Francesco, o lo odi ancora e non lo hai perdonato»
«Non poteva essere stato Leonardo? Lui è stato tutto il tempo con Francesco!»
«Infatti, è stato tutto il tempo con lui e vanno persino a casa insieme. In classe io vedo tutto e non l’ho visto frugare nelle tasche di suo amico, ma ti ho visto andare accanto al suo zaino e slacciare la sua cerniera e cacciare fuori una bella banconota celeste»
«Non è sufficiente solo la tua testimonianza!»
«E se ti dicessi che sopra lo zaino di Francesco e sulla banconota c’era lieve polvere di gesso? Tu eri andato dal professore per rispondere alla domanda e avevi usato la lavagna e avevi cancellato le scritte di gesso con le dita. Non sei stato attento! Se avessi cancellato con il cancellino e se ti fossi pulito le dita io non avrei una prova così decisiva. Anzi, non avevi il tempo per farlo perché Francesco era appena andato alla cattedra dopo di te e Leonardo in bagno»
«Tsk, confesso, sono stato io. Volevo soltanto farlo preoccupare affinché non mi infastidisse per un po’, dopo una settimana l’avrei rimesso a posto, ma non sapevo che Francesco avesse chiamato aiuto. Sei un vigliacco!» disse rivolto a Mancini.
«Ehi, ehi, wait a second, sono stato io a voler cercare il colpevole, lui non mi ha detto niente, a parte chiedermi se ero stato io»
«Scusate…» chiese Lucia con una voce sottile. «Sapete mica se i miei soldi sono persi o rubati?»
«Oh, signorina, i tuoi soldi erano caduti per il corridoio, mentre uscivo dalla classe il ventitre settembre, proprio dopo quando hai scoperto di aver perso i tuoi quindici euro. Mi ero dimenticato di dirtelo e te li sto dando adesso» Disse Conti passando le due banconote a Lucia.
«Grazie… grazie mille…»
«Bene! non c’entro più niente e vi lascio liberi. Francesco e Leonardo andate a casa on foot»
Dopo questo episodio ho chiamato Aurora e Conti per ringraziarli simbolicamente del loro lavoro.
«Nah, you’re welcome. Io vi saluto, ci vediamo… anzi, see you next time»
Salutammo Conti che ci rispose con il braccio. Dopo esserci salutati, fra me e lei, camminammo ognuno verso la propria strada per tornare a casa, uno a destra e uno a sinistra della crocevia.