Favola n.7 tratta dalla raccolta “Favole per raccontare la scienza”, dal laboratorio di scrittura creativa di Lia Maino.
UGO IL BRUCO
In una giornata d’estate, su una foglia di finocchio, si schiudeva un uovo: nasceva Ugo, il bruco.
Ugo era tutto nero con una macchiolina bianca a forma di ciuffo sulla fronte e delle macchioline arancioni sul dorso.
Appena finì di mangiare i resti del guscio del suo uovo andò in cerca di altro cibo e larve con cui giocare.
Mentre mangiava delle foglie di rucola in compagnia di altri bruchi, dall’alto arrivò un corvo.
Tutte le larve e i bruchi scapparono, ma Ugo non capì e chiese ad una larvina che gridava a squarciagola: “Perché fuggite tutti?”. La larvina, con fare scocciato, rispose: “Sta arrivando il corvo Garibaldo!” e continuando: “Lui mangia le larve!”. Ugo si spaventò ma non fece in tempo a scappare che il corvo lo catturò. Ugo urlava e ad un tratto si ritrovò nel nido di Garibaldo.
Il corvo lo lasciò cadere e gli disse: “Ora non ho fame, ti mangerò più tardi!” e volò via. Ugo allora trovò il modo per fuggire: si chiuse nella crisalide per diventare una farfalla. Quando Garibaldo tornò non vide più la larva e andò a prenderne un’altra.
Passarono i giorni e la crisalide si aprì: Ugo era diventato una farfalla e così poté fuggire dal nido del corvo Garibaldo.
di Alessia Zinfollino, Enrico Fusaro, Federico Reggente, 1^ I della scuola Vaccina.