Dopo quasi 50 anni, “Partnership for New York City” ha deciso di “dare un tocco più moderno” al celebre slogan “I love NYC”. Non c’è da sorprendersi per questo rinnovamento: se la Grande Mela viene chiamata “la città che non dorme mai” un motivo ci sarà. “New York è morta? Lunga vita a New York!”, sono queste le parole che Maryam Banikarim e Andrew Lerner hanno pronunciato per annunciare a tutto il mondo la fine dello storico logo “I Love NYC”, creato nel 1976 dall’artista e designer Milton Glaser, per dare una nuova immagine della città statunitense afflitta dalla criminalità e con il turismo in forte crisi. Ora, lo storico marchio è stato sostituito da “We love NYC”, sempre con un cuoricino al posto della parola “love”, a favore dell’inclusività e del superamento delle divisioni e della negatività che negli ultimi mesi ha dilaniato la Grande Mela. Il soggetto al plurale sottolinea l’idea di comunità e collettività, che rimarca l’appartenenza alla grande metropoli. È emerso che i cittadini newyorkesi vorrebbero avere un ruolo più attivo nel rimediare a ciò che non funziona, il 70 per cento delle persone tra i 18 e i 40 anni vorrebbe fare volontariato. “Questa campagna contribuirà a catturare quell’energia e preservare lo spirito della città incoraggiando i newyorkesi di ogni provenienza a riunirsi, essere coinvolti e apportare un cambiamento positivo nella loro comunità” afferma la governatrice Kathy Hochul, che ha finanziato questa campagna grazie all’aiuto del sindaco Eric Adams e dei leader aziendali, sindacali e civici di tutti e cinque i distretti. Tra le motivazioni di tale cambiamento emerge il fatto che i tempi siano cambiati ed è per questo che si è avvertita l’esigenza di modificare uno dei simboli più conosciuti al mondo della Grande Mela.
La storia del logo I love NYC
Il logo si rifà completamente a quello di Glaser, dalla grafica lineare, quasi minimalista e molto grintosa in American Typewriter. Gli anni Settanta erano anni bui per New York, a causa della criminalità e del turismo in crisi, e si pensava a delle idee per rilanciare il fascino della città. Si iniziò da questo logo. Nacque quasi per caso su un taxi. Glaser era in cerca di ispirazione e su una busta disegnò con una matita rossa la celebre scritta, ancora oggi conservata al MoMA di New York. L’idea piacque così tanto che vinse il concorso pubblicitario bandito dal New York State Department of Economic Development per lo sviluppo turistico dello stato di New York. L’idea di dar vita al logo permise la “rinascita” della città, incentivando milioni di turisti a visitarla acquistando numerosi gadget con il logo. “E’ un po’ complicato. “I” è una parola, il cuore è il simbolo di un’emozione. NY sono le iniziali di un posto. Quindi ci sono tre trasformazioni. Devi usare un po’ il cervello per tradurlo, anche se una volta che lo fai, è ovvio, e non c’è nessuno che non riesca a capirlo. Ma l’attività del cervello è in parte responsabile per la sua resistenza nel tempo. Sapevo che quello che stavamo comunicando era qualcosa che teneva insieme le persone, che stabiliva per loro un modo di comunicare, che in molti contesti non è così facile trovare”, spiegò Glaser. Dopo l’attentato alle Torri Gemelle egli modificò il logo con il cuore leggermente bruciato e l’aggiunta della frase “more than ever”. Questo simbolo nel tempo è diventato vera e propria essenza della città e dell’amore che ciascun newyorkese prova per essa.