Di Mariapaola Grillo – classe I sez. D
Chi l’ha detto che leggere è noioso? E dire che ci aiuta a sviluppare le nostre capacità! Però, ai nostri giorni, la lettura sta perdendo interesse, come un attore che si esibisce di fronte a un teatro vuoto. Sarà perché adesso la tecnologia e il suo assortimento di videogiochi, viene sempre messa in primo piano, non per questo dobbiamo sottovalutare la lettura perché, come diceva Ernest Hemingway, “Non c’è nessun amico più fedele di un libro”. Proprio per promuovere queste idee, la classe 1^D si è recata al Museo Diocesano e, successivamente, alla Biblioteca Diocesana.
Dopo essere usciti da scuola ed aver fatto una lunga passeggiata nel centro storico, siamo arrivati al Museo, dove una guida ci ha spiegato quanto fosse difficile un tempo scrivere dei libri e, soprattutto, avere un’istruzione, perché solo i monaci sapevano leggere e scrivere! Dal Museo, ci siamo diretti alla chiesa di San Domenico e lì ci è sembrato di tornare indietro nel tempo. La guida ha raccontato che Andria, i cui primi stanziamenti risalgono al Neolitico, è stata ufficialmente fondata nel 1048 e la stessa chiesa di San Domenico, nel 1200 circa, era una prestigiosa università dove la gente studiava prima di assumere cariche ecclesiastiche. Successivamente ci siamo inoltrati ancora di più nel centro storico per raggiungere la Biblioteca Diocesana, piena di scaffali dove troneggiavano antichi volumi. La dottoressa Campanile, la bibliotecaria della Biblioteca Diocesana, dopo aver lanciato un sondaggio all’interno della classe su chi tra gli alunni leggesse e quali fossero i generi preferiti, ci ha accompagnato ad esaminare antichi manoscritti, che costituivano dei salmi e dei canti ecclesiastici.
Questi manoscritti, sontuosamente decorati, presentavano alcune lettere realizzate con vari ghirigori, di cui molte, purtroppo, sono andate perdute. Dopodiché la classe è ritornata al Museo Diocesano, dove la guida ha mostrato vari dipinti e statue. Tra i dipinti più significativi c’era quello della Madonna con il Bambino, nel quale sembrava quasi che Maria non volesse prendere in braccio Gesù, perché quest’ultimo è rappresentato con il volto di un anziano, come se si preparasse già ad andare incontro al suo destino. Noi scolari abbiamo osservato con attenzione anche la teca che racchiudeva la Sacra Spina. Successivamente ci siamo spostati nella zona del Museo riservata alle opere del 1400. In questo periodo, il figlio di Francesco II Del Balzo, famiglia ormai governatrice di Andria, mandò dei soldati a conquistare Napoli. L’esercito di Napoli uccise i soldati andriesi. Poiché l’accaduto si verificò un’altra volta, l’esercito napoletano rase Andria al suolo. La città, ormai ridotta a poche capanne, si risvilupperà molti anni dopo quando i Carafa prenderanno il controllo su Andria. Dopo questa interessante spiegazione e la visione di alcuni dipinti, la visita guidata si è conclusa.
Questa visita guidata è da consigliare a tutti, perché è stata un misto fra storia, letteratura e arte, ma con alla base una cosa sola: la lettura. Solo quest’ultima ci aiuterà a diventare gli uomini e le donne del futuro.