“La forma della voce” è tratto dal manga “A Silent Voice” di Yoshitoki Oima. Questo anime tratta di argomenti molto delicati: il suicidio e il bullismo. La protagonista si chiama Shoko Nishimiya. È una ragazza sorda e viene derisa dal suo compagno di classe Shoya. Il film si apre con il ragazzo, ormai liceale, intento a suicidarsi. Ma poco prima di compiere prima il gesto estremo, un ricordo gli affiora alla mente. Yoshitoki Oima, con un flashback, lo riporta indietro nel tempo a quando Shoya frequentava le scuole elementari. Nella sua classe, un giorno, arriva una nuova compagna, Shoko, non udente, che comunica con i suoi compagni attraverso un quaderno. La classe inizialmente si mostra altruista e gentile nei suoi confronti. Però, a causa della sua disabilità, pian piano non riescono più a sopportarla e iniziano a sparlare di lei e ad ignorarla. Shoko però non si arrende e cerca di integrarsi di più nel gruppo in ogni modo. Questo, però, suscita in Shoya un senso di forte fastidio e inizia a bullizzarla. Un giorno, dopo i vari richiami da parte della madre di Shoko, interviene il preside che, sulla base delle confidenze degli alunni, incolpa per la situazione solamente Shoya, sebbene non fosse l’unico responsabile. Alla fine Shoko si trasferisce in un altro istituto, ma la vita di Shoya cambiata per sempre e passa dall’ essere il bullo a essere bullizzato. Tornato nel presente Shoya decide di fare un’ultima cosa prima di morire, ovvero incontrare Shoko. La incontra e le fa capire che vuole diventare suo amico. In seguito decide di non suicidarsi più, ma a causa dei traumi passati non riesce più a guardare e a sentire le persone. Fortunatamente riesce a farsi due amici. Tra questi c’è la sorella minore di Shoko. Grazie a loro riesce a instaurare un profondo legame con Shoko. Un giorno, per caso, incontra una sua vecchia compagna e amica delle scuole elementari con cui derideva continuamente Shoko. Eppure, a distanza di così tanti anni, lei non sente un minimo risentimento per le sue azioni passate e dimostra ancora di disprezzare Shoko. Quando Shoko decide di dichiararsi a Shoya è un dramma. A causa della sua sordità non riesce a pronunciare bene le parole e frustrata dal fatto che non riesce nemmeno a dichiararsi in modo decente, scappa via. Col tempo nascono dei problemi con gli ex compagni, sempre in relazione agli episodi passati, e Shoya, per non creare altre incomprensioni, si prende tutta la colpa. Questo genera in Shoko un senso di colpa, detestandosi per creare così tanta infelicità alle persone che le ruotano attorno. Con l’arrivo dell’estate Shoya cerca di rendere felice la ragazza portandola a mangiare del buon cibo e facendo con lei splendide gite. Ciò non fa che aumentare la tristezza di Shoko perché secondo lei Shoya sta rinunciando alla sua vita a causa sua. Una sera si riuniscono per guardare i fuochi d’artificio, ma poco dopo Shoko torna a casa con la scusa di dover studiare. Più tardi, la sorella minore di Shoko chiede a Shoya di andare a casa sua per prendere la fotocamera e immortalare i momenti della serata. Quando quest’ultimo arriva a casa, intravede Shoko sul balcone intenta a suicidarsi. Dopo un momento di esitazione, riesce a salvarla e le chiede scusa per averla bullizzata. Shoko, quindi, rinuncia alla morte, ma sfortunatamente Shoya perde l’equilibrio e cade. Non muore, ma entra in uno stato di incoscienza. Alcune sere dopo Shoko si reca sul luogo dove i ragazzi erano soliti incontrarsi sempre e prega per il suo risveglio. In qualche modo, Shoya riesce a percepire la sofferenza di Shoko e si risveglia per poi andarle incontro. Dopo il tentato suicidio di Shoko e la quasi morte di Shoya, anche gli altri ragazzi comprendono che bisogna cambiare pagina e ricominciare da capo. Grazie alla riconciliazione di tutti gli ex compagni di scuola, Shoya riesce a riaprirsi al mondo, a sentire e a guardare in faccia le persone. La frase più celebre di questo Anime è: Cosa ci vuole per adattarsi ad un mondo che non ti può sentire? Quando sentirsi accettati sembra impossibile… Cosa fare quando redimersi sembra impossibile? Spesso la risposta è semplice, quanto imparare ad…ascoltare! Il suicidio non è e non sarà mai la soluzione ai nostri problemi, che tu sia la vittima o l’aggressore, bisogna riflettere sul perché delle situazioni e cercare di trovare una soluzione. Sbagliare è normale, quello che dobbiamo fare è apprendere dai nostri errori ed essere in grado di guardare lontano tendendo la mano a chiunque, seppur diverso da noi.