di Elisa Troia, 2^F
La notte tra il 5 e il 6 febbraio del 2023 si è verificato un evento drammatico e catastrofico: due forti scosse di terremoto hanno devastato la parte meridionale della Turchia e il Nord della Siria, provocando distruzione e decine di migliaia di morti.
Le immagini che nelle ultime settimane i TG ci rimandano sono tragiche, insostenibili: cumuli di macerie, rovine, gente sepolta, tanti, tantissimi morti. Tra questi, purtroppo, anche alcuni nostri connazionali.
Il nuovo anno si è aperto con questo evento tragico, che riguarda territori confinanti con l’Europa e sono già provato da una sanguinosa guerra.
Il bilancio del terremoto è tragico: si stimano circa 50.000 morti estratti dalle macerie tra Siria e Turchia, a cui probabilmente se ne aggiungeranno altri, poiché scavare sotto le rovine degli edifici crollati è una cosa lunga, che richiede moltissimo tempo.
Subito dopo il disastro, molti hanno puntato il dito su una causa in particolare, che ha contribuito notevolmente ad aggravare il numero delle vittime: la qualità delle strutture degli edifici di molte città e di diversi villaggi della Turchia e della Siria, i quali probabilmente sono stati costruiti senza rispettare le regole e i criteri che permettono di ottenere costruzioni antisismiche. Purtroppo questo elemento ha contribuito fortemente all’amplificazione della tragedia che probabilmente sarebbe stata più contenuta se fosse successa altrove. Infatti, nel mondo ci sono diverse zone ritenute altamente sismiche, dove però i terremoti non provocano devastazioni e vittime di dimensioni e numero così elevati. Pensiamo per esempio al Giappone, un Paese che convive da sempre con svariati terremoti avvenuti nel corso della sua storia: questo gli ha permesso di dotarsi di strutture ed edifici molto sicuri in caso di scosse sismiche.
Fortunatamente, oltre a tanto dolore e tante immagini di morte, la TV e il mondo dei social in questi giorni ci ha dato anche notizie di speranza e gioia: come quando si è riusciti, dopo moltissime ore, ad estrarre vivi dalle macerie un bambino, una mamma, un ragazzo. Questo è sembrato quasi un miracolo, che ha fatto piangere di gioia chi guardava queste scene incredibili. Perché faceva riflettere tutti noi sulla forza e sulla potenza della natura e della vita, che a volte supera qualunque difficoltà, anche la più terribile.