//Riflessioni sulla mafia: uniti si vince!

Riflessioni sulla mafia: uniti si vince!

di | 2023-02-25T10:41:26+01:00 25-2-2023 10:40|Alboscuole|0 Commenti
di Ginevra Suriano, 2^H     Con il termine mafia si intende un sistema di potere esercitato attraverso l’uso della violenza e dell’intimidazione per il controllo del territorio, di commerci illegali e di attività economiche e imprenditoriali: è un potere che si presenta come alternativo a quello legittimo fondato sulle leggi, e rappresentato dello Stato. Secondo gli storici, la mafia nacque in epoca borbonica, in una zona ben precisa della Sicilia occidentale, compresa tra Palermo, Agrigento e Trapani, dove vigeva il dominio dal latifondo che vessava una massa di contadini nella miseria e nello sfruttamento. La mafia è, dunque, un’organizzazione criminale con radici comunemente conosciute in Sicilia, ma si trova radicata anche in Calabria e Campania, per poi  aver raggiunto anche il Nord Italia, l’Europa e il mondo.  Ciò che interessa ai mafiosi è il potere economico, ovvero i soldi che riescono a ottenere grazie al traffico di armi, di uomini e di droga. I mafiosi fanno anche affari con i politici in modo da ottenere favori in cambio di voti e protezione. Essa può arricchirsi anche grazie al cosiddetto pizzo”, una sorta di “tassa” che i mafiosi chiedono ai commercianti in cambio di protezione. Chi non paga il pizzo, per esempio, può subire anche danni gravi alla propria attività. La mafia ha un nome diverso a seconda della regione di appartenenza:
  • in Sicilia è Cosa Nostra. Tutti i membri di una famiglia eleggono il proprio capo o rappresentante (detto anche con il termine inglese «boss»), il quale nomina i caporegime, il consigliere e il vicecapo e ha il compito di dirigere le attività della cosca, così come a rappresentarla alle altre famiglie;
  • in Campania è la Camorra;
  • in Puglia è la Sacra Corona Unita;
  • in Calabria è la ‘Ndrangheta.
Pertanto, la mafia è diffusa in tutta Italia con le gravi conseguenze che noi tutti siamo conosciamo. Io, però, credo che le cose possano cambiare grazie alla coscienza civica di noi cittadini, che non dobbiamo girare la testa dall’altra parte facendo finta di niente, con atteggiamento omertoso: perché anche il silenzio è mafia. La mafia, infatti, si nutre anche con il silenzio che è figlio della paura. Le Istituzioni non possono lottare da sole contro questo mostro che io immagino come un grande polipo che con i suoi lunghi e viscidi tentacoli porta il terrore ovunque, ma ha bisogno della collaborazione dei cittadini onesti. Tanti sono gli esempi di uomini che si sono battuti e hanno perso addirittura la vita per questo e molti non si sono piegati al pagamento del pizzo: questo è fonte di una forte e concreta speranza.