di Martina Papa- Michela Sofia Prisco-Una serie di sfortunati eventi abbracciano Napoli quando il sangue del suo patrono, San Gennaro, non si scioglie. Gennaro fu un vescovo e martire cristiano, nato a Benevento e morto a Pozzuoli alla giovane età di 33 anni (272-305 d.c.). A quell’epoca iniziarono a verificarsi le prime persecuzione contro i Cristiani, sotto il volere di Diocleziano. Gennaro, nel tentativo di recarsi a Pozzuoli per andare a far visita al suo amico Sossio, fu arrestato, incarcerato e condannato ad essere sbranato dagli orsi, ma successivamente il proconsole Dragonio decise di farlo decapitare il
19 settembre del 205 d.C. La leggenda narra che una donna, Eusebia, durante il trasporto del
feretro, raccolse in due ampolline una parte del sangue di Gennaro che consegnò al vescovo.
Il sangue del tanto venerato santo si scioglie in tre date dell’anno: il 19 settembre, il sabato che precede la prima domenica di maggio e il 16 dicembre. Il sangue sciogliendosi porta un buon augurio ai Napoletani, ma quando questo non avviene, è presagio di sventure. Ci sono stati in particolare due casi in cui il sangue non si è sciolto e si sono verificati avvenimenti disastrosi nella cittadina: il miracolo non si verificò nel 1980, l’anno in cui, purtroppo, ebbe si verificò un terribile terremoto in Irpinia; e nel 1973, quando la città di Napoli fu colpita da un’ epidemia di Colera.