Di Andrea Dagnello, Asia Decio, Elena Liso, Nicola Liso, Arianna Petrone, Federica Tota, Francesca Volpe – classe III sez. G
Il giorno 3 novembre, con la nostra classe ci siamo recati presso il Palaflorio di Bari per guardare il musical “Notre-Dame de Paris”, scritto da Luc Plamondon le cui canzoni sono state scritte da Riccardo Cocciante. Questo spettacolo ha suscitato in noi emozioni davvero forti tra cui l’entusiasmo di poter vivere un momento con la nostra classe e i nostri professori e anche di conoscere una delle più belle opere al mondo, e questo ci ha davvero impressionati.
L’ambientazione dello spettacolo parte nel 1482, (tempo delle cattedrali), dove Parigi viene invasa dagli zingari, detti clandestini e il loro re Clopin. Il loro scopo è quello di raggiungere il diritto di restare a Parigi ma la loro richiesta viene respinta dal sacerdote Claude Frollo che intanto si innamora di una zingara, chiamata Esmeralda, facente parte degli stranieri. Intanto a Parigi si celebra la Festa dei folli, in cui i cittadini incoronano il campanaro deforme Quasimodo come papa della giornata, in quanto il più brutto, spaventoso e grottesco uomo di Parigi.
Quest’ultimo innamorato di Esmeralda, entra da subito in conflitto con Frollo, il prete, suo capo. Dopo numerosi scontri, Esmeralda viene arrestata e successivamente viene visitata da Frollo, che dichiara di poterla salvare se avesse accettato di concedersi a lui, ma lei rifiuta. Così Frollo apre la porta della cella ed entra pronto ad appropriarsi del suo corpo. Tuttavia Quasimodo libera gli zingari ed anche Esmeralda, che purtroppo non viene salvata del tutto perché al termine del musical viene impiccata e prelevata da Quasimodo senza vita.
Questo spettacolo ha da subito suscitato in noi sentimenti davvero forti relativi al vero amore che non esiste solo tra due persone esteticamente belle ma è costituito dai sentimenti reciproci che esse provano tra di loro come avvenuto tra Quasimodo ed Esmeralda. Infine questo spettacolo ci ha fatto comprendere come la bellezza esteriore attrae, ma la bellezza interiore affascina.