Perché parlare ogni anno con la vicinanza di una data specifica, ovvero il 25 Novembre, della violenza sulle donne? Fare questi temi e concorsi miglioreranno la situazione delle donne che si trovano in questa difficile situazione? La riposta primo impatto può sembrare un no ma in realtà è importante che si sensibilizzi questa tematica. Nella vita di tutti i giorni potremmo non accorgercene ma forse intorno a noi ci sono non solo donne ma anche ragazze che stanno subendo violenze. Lo so che è una domanda scontata, ma cosa si intende con violenza? Ora voglio dare una riposta anch’essa scontata quanto importante e veritiera, con violenza si intende violenza fisica, violenza verbale, violenza morale, e violenza psicologica. Come ho scritto prima nella vita di tutti giorni potremmo ritrovarci accanto queste donne o ragazze che subiscono tutto questo ma che per paura del mostro che si trovano accanto non denunciano questo orrore, o peggio, pensano che questi comportamenti siano normali. Questi ragni (ovvero gli uomini che sono causa di queste violenze) si avvicinano alla loro preda fingendosi gentili, generosi, anche super romantici, ma appena la loro vittima sarà bloccata dalla loro ragnatela inizieranno lentamente mostrare il loro lato nascosto. Attacchi di rabbia, gelosia ingiustificata, manie di controllo, tutti lati tossici che portano il succube a uno stato mentale di confusione, le ragazze continueranno a mettere in confronto l’uomo cattivo che si trovano davanti con l’uomo dei sogni che c’era prima, penseranno che non è realmente così, che è solo un brutto periodo o che che siano loro il problema. Dopo aver detto tutto ciò, come faccio a sensibilizzare questo argomento? Non voglio scrivere che parlare è importante (e lo è), ma è importante anche sapere che al primo segnale di violenza è meglio allontanarsi poiché quel atto causato da un momento di nervosismo si potrebbe trasformare in una serie di momenti di rabbia e frustrazione e una volta entrati è difficile uscirne. Con ciò voglio dare il mio sostegno morale a tutte e sappiate che non dovete avere paura delle vostre capacità, di rimanere sole oppure di non essere abbastanza. Abbiate coraggio di ribellarvi per ottenere ciò che vi meritate veramente, ovvero la vostra dignità e la vostra persona.
Sono Alberto, sono un ragazzo comune, ho diciassette anni e ho una migliore amica di nome Greta, mia coetanea. Sono sempre stato accompagnato dalla sua presenza, fin dai primi percorsi scolastici che, quasi per coincidenza, sono stati da entrambi condivisi; sarebbe a dir poco scontato quindi affermare, che sì, siamo cresciuti assieme, quasi come fratelli. Stare in sua compagnia mi ha sempre fatto dimenticare tutti i pensieri negativi, mi piace considerare Greta come un fulmine a ciel sereno, naturalmente in senso positivo e sembra di stare in questo fantomatico cielo azzurro con qualche nuvola sparsa qua e là e un leggero vento che trasporta avanti e indietro, stando con lei. Ma a volte il cielo non è sempre azzurro e non sempre il vento è leggero. Un po’ come ieri sera. Eravamo nel solito parco dove passavamo le nostre serate in cui ci raccontavamo tutto, dalle cose più scontate della quotidianità a quello che più ci tormentava o ci faceva stare bene. Ma il tempo passava celere, il buio diventava sempre più intenso e le richieste opprimenti del tornare, dai nostri genitori si erano ormai fatte presenti. Greta abitava due isolati più avanti casa mia, e invano tentai di convincerla che accompagnandola, la sua strada sarebbe stata più sicura.
Rientrato a casa sentivo che farla andare da sola e aver fatto vincere la sua pessima cocciutaggine fosse stata un’idea terribile, sentivo un’inquietudine dentro che realmente non riuscivo a spiegare. Nel lasciarla le avevo fatto promettere di mandarmi un messaggio non appena fosse arrivata.
Erano passati circa dieci minuti e l’angoscia cresceva ininterrottamente nel vedere lo schermo del cellulare totalmente vuoto. Decisi di attendere altri dieci minuti invano, decidendo successivamente di inviare io un messaggio ma neanche nei dieci minuti seguenti ricevetti notizie.
Le innumerevoli chiamate nei suoi confronti sembravano sfumare ad ogni squillo, in quanto la risposta tanto attesa continuava ad apparire nulla.
Preoccupato e in preda al panico decisi senza alcun dubbio, di chiamare la mamma di Greta la quale con un tono piuttosto arrabbiato mi chiese il perché ancora Greta non si fosse fatta viva a casa. Raccontai con voce tremante la situazione specificando che era ormai passata un’ora dalla mia separazione con la ragazza.
Le ricerche cominciarono fin da subito, e perfino alcuni vicini, sentendo le voci che chiamavano il nome di Greta si erano affacciati dai balconi curiosi e volenterosi nel darci una mano a cercarla.
Meditai, ricordando che il primo posto dove avrei potuto cercare era proprio il parco. Esso era caratterizzato da una panchina in cui a lei piaceva stare per rilassarsi.
Corsi come mai fatto in vita mia fino al luogo predestinato. Mai, intuizione fu più azzeccata. Ed è qui che si proiettò l’incubo peggiore della mia vita. Tra le luci soffuse dei lampioni che illuminavano il parco, notai delle leggere macchie rosse a tratti bordeaux a causa dell’ombra buia della sera.
Proseguì per la strada indicata da esse e arrivai nei pressi della fantomatica panchina.
Quello che vidi una volta avvicinato ad essa, fu uno scenario spesso visionato in horror o nei thriller.
La vidi distesa lì, accasciata su un lato del sedile. Era colma di contusioni, la maglietta strappata e i pantaloni alle caviglie.
Mi allontanai di qualche metro, cercando di non voltarmi nel guardarla tra sensi di colpa, rabbia e tristezza.
Chiamai i genitori e un’ambulanza, che per buona sorte non tardò ad arrivare.
Convinsi mio padre a lasciarmi in ospedale per starle vicino. Non pensavo ad altro, solo a lei e al rischio corso del poterla perdere per sempre.
Tre ore di lunga e angosciante attesa passarono interminabili. Riuscì solo dopo esse a parlare con un’infermiera, in grado finalmente di descrivermi la diagnosi. Greta stava bene. Greta è viva.
Greta è una di quelle che ce l’ha fatta, ma per la prossima sarà lo stesso? Contrariamente a Greta, numerose donne restano vittime permanenti, di atti di violenza fisica e psichica, causata da uomini che per una banale gelosia o per paura ricorrono alla violenza. E’ assurdo pensare come tutt’oggi si senta parlare di tali soprusi, posti dall’uomo come unica “soluzione”. Questo è uno dei tanti motivi per cui è importante affrontare questo argomento che, come accade per molte tematiche difficili e delicate, viene spesso evitato nella convinzione che ignorarlo sia d’aiuto per risolverlo. Tutti gli esseri umani, infatti, a prescindere dalla differenza di genere o altro, devono essere rispettati perché ogni persona è una “vita” che si deve realizzare secondo i principi di libertà e dignità.
Liceo delle Scienze Umane
Classe 4^ A
11 Novembre 2018
Caro diario
Sono andata con Debora e Marianna in un pub ed abbiamo incontrato degli amici di Debora tra cui Alessio, devo dire che questa sera era davvero più carino del solito, diciamo che tra noi c’è un certo feeling, mi ha anche offerto da bere ed è molto simpatico. Marianna dice che staremmo davvero molto bene insieme.
26 dicembre 2018
Caro diario
So che non ti scrivo da un po’ ma ho avuto da fare ☹, sto conoscendo Alessio, il ragazzo di cui ti avevo parlato, è così dolce, tanto che per Natale mi ha pensata, mi ha portato un braccialetto che tanto desideravo. Magari ci fossero più ragazzi come lui…
14 febbraio 2019
Caro diario
Oggi è il giorno di San Valentino, io e Alessio stiamo assieme da più di un mese, questa sera mi porterà a cena fuori e questa mattina mi ha portato sotto casa un mazzo di rose, mi sto davvero innamorando…
23 Maggio 2019
Caro diario
Ieri sera Debora ha festeggiato il suo diciottesimo compleanno, con me è venuto anche Alessio. La serata non è andata come speravo perché ho scherzato un po’ troppo con Giacomo, il ragazzo di Marianna, in buona fede ma Alessio non la pensa così. Mi è dispiaciuto che a lui abbia dato fastidio, lo fa solo perché mi ama e perché ci tiene troppo.
27 Luglio 2019
Caro diario
Sono sempre più innamorata, io e Alessio stiamo benissimo assieme e lui si prende sempre cura di me, certe volte forse troppo… L’altro giorno mi ero organizzata con le ragazze per andare al mare e lui ha voluto vedere che costume avessi, dicendo che era troppo da put****. Io l’ho tranquillizzato dicendo che sono solo sua ma lui ha detto che il problema sono gli altri e non io. Alla fine ho cambiato costume.
17 settembre 2019
Caro diario
È iniziata la scuola e in classe è arrivato un nuovo compagno, Edoardo, essendo una tra le più tranquille della classe, la prof l’ha sistemato a fianco a me. Devo dire che è molto simpatico e mi ci trovo bene. Quando l’ho detto ad Alessio non l’ha presa tanto bene, preso dalla foga mi ha dato uno schiaffo, però non mi ha fatto tanto male, forse un po’ me la sono cercata… Chiederò alla professoressa di spostare il nuovo compagno…
27 dicembre
Caro diario
Io e Alessio ci siamo presi una pausa, anche se continua a farmi sempre regali, in realtà la scelta è stata più mia che sua, diciamo che sono stata obbligata da mia madre… A lei non piace molto Alessio, pensa mi limiti un po’ troppo, e forse ha ragione però io lo amo e lui ama me, quindi spero che lui possa perdonarmi e tornare con me.
12 Gennaio 2020
Caro diario
Sono molto felice perché io e Alessio siamo tornati assieme e oggi facciamo un anno, anche se la mamma non è d’accordo, infatti non lo fa mai venire a casa nostra e per questo ho deciso di andare a convivere con lui.
25 Marzo 2020
Caro diario
Va tutto bene. Io e Alessio conviviamo da un pò, mi manca la mia mamma dato che non posso vederla, sia a causa di Alessio che non vuole, sia a causa della pandemia. Questo stare a casa rende Alessio particolarmente nervoso, io cerco di tranquillizzarlo e di assecondare i suoi bisogni anche se delle volte non mi va, ma per amore questo ed altro…
9 Aprile 2020
Caro diario
Questa quarantena non sta portando nulla di buono per la nostra relazione, Alessio ha sempre più spesso attacchi di ira che sfoga su di me. L’altro giorno non ho potuto videochiamare mia sorella per l’occhio nero. Vederlo così mi fa stare male, non so più che fare. Non parlo più con le amiche, anche se mi mancano tantissimo, ma non posso permettermi di far capire qualcosa di quello che succede a casa.
28 Giugno 2020
Caro diario
è finita la quarantena, ho lasciato Alessio, e sono scappata a casa di mamma e la vedo più serena. Mi manca tanto, ma quella situazione non poteva più continuare. Quando esco lo trovo nei miei stessi posti e questa cosa un po’ mi spaventa, ma non mi farebbe mai del male…
1 Luglio 2020
Caro diario
Alessio mi ha mandato un messaggio dicendo che vuole parlarmi. La mamma non sa nulla altrimenti cercherebbe di fermarmi ma io voglio vedere se è cambiato perchè so che ci tiene.
2 Luglio
Caro diario
Liceo delle Scienze Umane
Classe 5^A
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