Ci sono cose che capita di fare così, tanto per provarci, senza aspettarsi nulla. È quello che è successo a me quando la mia professoressa di scienze ci ha parlato di uno stage (“A scuola di stelle”) alla Scuola Nazionale Estiva di Astronomia, che si sarebbe tenuto a Matera dal 4 all’8 luglio, coinvolgendo venti studenti provenienti da tutta Italia, selezionati mediante la media scolastica dell’anno precedente e dei primi due trimestri di quello corrente, più cinque qualificatisi tra il 6° e il 10° posto alle Olimpiadi di Astronomia. Dopo averci pensato un po’ e senza sapere nulla di astronomia, se non quello che si fa sui banchi di scuola, ho deciso di fare la domanda. Ho accolto con sorpresa la notizia dell’ammissione alla scuola e un misto di sensazioni, tra la soddisfazione e la preoccupazione, hanno impegnato i miei primi giorni di vacanza. Confortata dal sostegno di tanti, ho deciso di iniziare in modo originale la mia estate e mi sono buttata nei preparativi. Mi sono posta il problema su che cosa avrei dovuto sapere per capire le lezioni, ma non avendo riferimenti mi sono basata sulle cose che avevamo fatto a scuola e su quanto appreso durante una visita all’osservatorio astronomico sul monte Armidda, fatta il giorno del solstizio d’estate. Poiché vitto e alloggio erano compresi, ho prenotato il volo per Bari e il biglietto del treno che in due ore mi avrebbe portata alla città dei Sassi e ho preparato la valigia. Il tempo è trascorso in fretta e il 4 luglio mi sono ritrovata, unica sarda, in mezzo a tante facce nuove con accenti e storie diverse, 19 ragazzi e 6 ragazze. Dopo le presentazioni in albergo ci siamo recati presso l’azienda Openet Technologies S.p.A. dove abbiamo frequentato le lezioni, mattino e sera fino alle 18. Alla cena, tradizionale e non, seguivano dei lavori di gruppo finalizzati alla realizzazione di presentazioni PowerPoint da illustrare l’ultimo giorno di scuola. Il mio gruppo, composto da 4 ragazzi e me, ha lavorato sul Sole e le stelle. Questa è stata forse la parte più bella delle attività didattiche. Dopo cena ci si trovava nella hall dell’albergo, computer alla mano, a lavorare ciascun gruppo sul proprio tema, senza però rinunciare alle chiacchiere, ai racconti e a tante risate. Le lezioni, invece, erano piuttosto impegnative, soprattutto durante la dimostrazione di formule con termini a molti di noi sconosciuti, perché non corrispondenti ai programmi previsti per il biennio. C’erano poi dei “cervelloni”, super appassionati, accaniti lettori di articoli su riviste scientifiche, che facevano delle domande tecnicissime che talvolta facevamo fatica a capire. Anche questa situazione ci strappava risate e battute da scambiarci durante gli spostamenti, la cena e nelle chat che conserviamo ancora, soprattutto tra noi ragazze, per ricordare i bei momenti trascorsi insieme. Ovviamente abbiamo fatto anche una visita guidata della città di Matera. La città mi è piaciuta tantissimo, malgrado i suoi 45 gradi; è un posto davvero bello e suggestivo, con una storia molto interessante. È stato curioso passeggiare in luoghi già visti in serie televisive e film famosi (Imma Tataranni, No Time to Die) e scoprire paesaggi e aneddoti affascinanti. Forse l’astronomia non sarà la mia strada, ma tornando indietro rifarei quella domanda. Aver partecipato alla selezione mi ha permesso di vivere una splendida avventura che mi ha dato l’opportunità di condividere, dopo due anni di pandemia, momenti di confronto e scambio di idee, dialetti e tradizioni con dei coetanei. Sono le persone che incontri, con i loro interessi, le loro passioni e le loro storie, a rendere belle e importanti le esperienze di questo tipo che contribuiscono alla crescita personale.