Jalal ad-Din Rumi, anche conosciuto come Jalāl ad-Dīn Muḥammad Rūmī o Mevlānā in Turchia, e come Mawlānā nell’Iran ed Afghanistan, è stato un mistico sufi e poeta persiano. Le sue poesie spirituali sono considerate di un fascino universale e ciò lo ha reso uno dei più celebri poeti dell’età moderna. Durante la sua vita ha composto una serie prolifica di poesie e le sue opere hanno goduto di una rinascita in questi ultimi anni. Egli è il Fondatore della confraternita sufi dei “dervisci rotanti” (Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana. All’interno delle sue opere Rumi tratta una diversità di tematiche, ma quella che può essere considerata la più “attuale” è quella riguardante l’universo. Egli cita diverse volte l’universo nei suoi scritti, e una delle sue più celebri frasi è la seguente: – “Solo gli occhi aperti possono scoprire che l’universo è il libro della più alta Verità.” Rumi, con questa piccola frase, esprime un ampio concetto, ed inoltre ci permette di capire come, anche nel 1200, una delle tematiche più trattate fosse questa. La lettura dei suoi scritti porta spesso ad un ragionamento approfondito e logico sull’argomento. La sola idea di universo è così ampia che la nostra mente ne può elaborare un significato, ma non completo. Ne può capire l’esistenza astratta, ma non esserne stupefatto da quest’ ultima. L’esistenza è qualcosa di così sopravvalutato che non se ne parla mai abbastanza. Questo perché ogni uomo dà un grande valore a tutti i piccoli problemi che egli crea da solo all’interno della sua vita, ma non riesce neanche a dare un valore alla sua esistenza all’interno di questa infinità di azioni, conseguenze, scoperte e ricerche. Quindi è come rinchiuso all’interno di una gabbia fatta da organismi capaci di riprodursi infinitamente. Questo concetto astratto schiaccia la capacità dell’uomo di riflettere e capire in modo naturale. La grandezza del mondo e dell’universo, d’altronde, è così complessa da concepire che non riusciamo a viverla pienamente, facendoci sotterrare, a volte, dalle cose più futili. Siamo così piccoli in questa terra e rispetto a questo universo, perciò ci concentriamo solo sui piccoli dettagli riguardanti la nostra vita, non riuscendo mai a vedere il mondo con gli occhi realmente aperti. La nostra area di pensiero e la visione che ognuno di noi percepisce del mondo si riduce solo al nostro piccolo sapere, che potrebbe essere misurato quanto l’ampiezza del nostro cranio. Si ferma lì, non esce al di fuori, come se stessimo dormendo con gli occhi aperti, come se conoscessimo la nostra vita e ciò che la costituisce in un dato e preciso momento. Però, quando si pensa a cosa davvero ci circonda, quello che costituisce questo mondo ed il fatto che ogni giorno ne entriamo a contatto, fa davvero aprire gli occhi, fa risvegliare il nostro animo. Pensare che ci sono così tante cose da scoprire, da imparare, da capire, costituisce il sapere che ci permette di esplorare ogni singolo elemento costituente il grande pianeta che ci ospita. Tutto ciò è considerato come un ponte d’uscita dall’area della nostra mente, che prima formava dei confini, ora forma una grandissima pianura infinita piena di elementi ancora inesplorati. E proprio questi momenti sono quelli che ci rendono vivi, perché riusciamo a vedere tutto, le piccole foglie di una pianta che devono ancora germogliare, il vento che smuove lentamente i nostri capelli, come il sole che nel momento in cui tocca la nostra pelle con i suoi raggi non visibili scotta particolarmente. E quando la nostra visione della vita si riduce solamente alla struttura interna della nostra persona diventa tutto impraticabile e difficile da affrontare. L’universo, alla fine, è presente in ognuno di noi, costituisce ogni lato più nascosto della nostra vita in modo indiretto, a partire dalle più piccole molecole del nostro corpo. E forse siamo così simili che è per questo che ci immergiamo così tanto nelle nostre vite non pensando al resto. Allo stesso tempo però è vero che l’uomo ha davvero tanto da imparare e l’universo è la sua risorsa che può essere considerata “infinita”. Quindi il sapere è l’universo, e l’universo è la nostra più grande risorsa; l’unico modo per entrare davvero a contatto con l’immensità, con l’infinito è il sapere. Perché ci offre di scavalcare ogni confine, perché è in quel preciso momento che siamo l’universo. Il sapere quindi è fondamentale perché se lo si conosce, affrontando l’ignoto, si può arrivare molto lontano, fino a quasi raggiungere l’infinito stesso. E con questa semplice frase Rumi, sottolinea come gli uomini possano imparare, scoprire, ricercare, e come l’essere curiosi sia fondamentale nella vita per aprire le nostre menti, capendo che è una grande fortuna vivere in questo universo che possiamo conoscere, condividere, imitare, diventando il nostro stesso universo, ricco di sapere.