di Raffaele Vallone. – Nel pomeriggio di mercoledì 19 ottobre presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, che era la sede della Zecca della Serenissima, dopo ben 550 anni si è tenuta la celebrazione della Lira Tron la prima Lira della Storia italiana. Fu proprio il 68esimo Doge Niccolò Tron che nel 1472 emesse tale moneta d’argento incisa da Antonello da Moneta. Il suo peso era di 6,52 grammi ed aveva un titolo di 0,948. Il suo valore era di 20 soldi ed ognuna valeva 12 denari, quindi servivano 240 denari per 1 Lira. Su di una facciata era raffigurato il busto del Doge, nella parte sottostante c’erano tre foglie su di un ramo e intorno la dicitura “Tronus Dux Nicolaus”. Sul retro il Leone alato di San Marco con Vangelo in corona e la dicitura “Sanctus Marcus”. Madrina della manifestazione è stata la Soprano Katia Ricciarelli e in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale l’Assessore ai Servizi al Cittadino Laura Besio. Tale evento, organizzato proprio con il supporto della Biblioteca Marciana, è stato inserito nelle celebrazioni ufficiali della Lira e dell’Euro, le quali sono state ideate e coordinate dal giornalista Sandro Sassoli a vent’anni dall’istituzione della moneta unica europea e rientrante nel palinsesto degli eventi dedicati ai 1600 anni dalla fondazione di Venezia. Gli interventi di Sandro Sassoli, Cristina Crisafulli, Alex Ricchebuono e Laura Villani hanno sottolineato il carattere innovativo della Lira Tron, prima moneta coniata in Europa, che per le sue dimensioni può essere certamente considerata quella che si poteva collocare esattamente a metà tra le piccole vecchie monete medievali e quelle più pesanti dei periodi successivi. Il Sindaco Brugnaro ha inviato il seguente messaggio: “Venezia dimostra così, ancora una volta, di essere la più antica città del futuro, quel luogo dove tradizione e modernità convivono e lo fanno da più di 1600 anni. La Lira Tron ne è un esempio che ancora oggi annoveriamo tra quelli che hanno fatto di Venezia la città dove l’innovazione diventa realtà. Quello spirito che ancora oggi ci appartiene e che continuiamo ad alimentare”.