di Bianca Di Sansebastiano e Maria Rosaria Bisanti-
Ancora oggi, a trent’anni da quel tragico 23 maggio 1992 e da quel 19 luglio di quello stesso anno, celebriamo e ringraziamo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per aver contrastato la mafia allo scopo di liberare l’Italia dai crimini commessi da essa.
Fu proprio quando Falcone intensificò le sue indagini cambiando le tecniche investigative che a Capaci venne fatto l’attentato dove morì il magistrato, la moglie e gli uomini della sua scorta con degli esplosivi caricati nel cunicolo dell’autostrada punta Raisi-Palermo.
In seguito al feroce attentato, tutti gli italiani compresero la tragicità dell’accaduto e l’importanza di difendere la libertà del paese, mostrando resistenza e collaborando per creare una repubblica più unita e legale.
Sono per noi dei simboli di giustizia e coraggio, italiani, servitori dello Stato, verso i quali noi tutti abbiamo un debito che possiamo saldare solo tramandando la loro storia, i loro meriti e le loro azioni che oggi ci hanno permesso di contrastare con più efficacia la mafia, di non arrenderci, di metterci in gioco senza paura e senza il timore di fallire davanti all’illegalità.