di Giulia De Filippi-
Il suono melodico e armonioso della sveglia di mia madre risuonava all’alba nella sua silenziosa camera da letto… Lo aveva scelto di proposito, soave e pacifico, così da rendere il risveglio il meno traumatico possibile. Aveva infatti scartato il buzz scioccante o il cicalino davvero fastidioso delle classiche sveglie, optando per una musica dolce e rilassante. Quel mattino riflettevo, ancora a letto, che mi aspettava una giornata tutt’altro che tranquilla, per cui con la faccia ancora assonnata e i capelli disordinati, mi sono alzata di scatto dal letto e sono andata in tutta fretta in cucina in cerca di qualcosa di buono da mettere sotto i denti. La mamma mi ha guardata con un’espressione tra la meraviglia e la preoccupazione e mi ha chiesto se non mi sentissi bene… Le ho rivolto uno sguardo seccato e con aria di sufficienza le ho risposto che andava tutto alla grande, anzi di più. Cosa volere di meglio di una verifica di matematica alla prima ora di un tragico lunedì mattina??? Soprattutto quando non si tratta della propria materia preferita! Naturalmente ho evitato di dirlo a mia madre perché, 9 su 10, mi sarei sentita brontolare: “E’ un tuo dovere prepararti bene e studiare anche le materie che non ti scendono giù” oppure, nella migliore delle ipotesi, con tono rassicurante mi avrebbe detto: “Eh, ma di prove nella vita ne dovrai affrontare tante! Cosa vuoi che sia una verifica di matematica?”. Dunque, meglio evitare. Mi sono affrettata a prepararmi per avere il tempo di ripetere nel tragitto in macchina e, una volta salita, l’odioso suono delle cinture di sicurezza che non avevo allacciato, mi rimbombava nell’orecchio. Per lo sfinimento, le ho agganciate. A quel punto, nel rumore dei clacson del traffico cittadino, mi sono immersa nel ripasso come se non ci fosse un domani. Il tempo vola in fretta quando vorremmo si fermasse e, in un batter d’occhio, mi sono ritrovata a scuola, consegnata al mio destino. Il suono squillante della campanella è stato un tonfo al cuore e, dopo un veloce segno della croce, ho salitole scale per raggiungere a malincuore la mia classe. Quando la professoressa ha assegnato a ognuno di noi le prove, il mio animo si è scaldato come le mie guance. Sapevo fare tutto, mi era bastato uno sguardo attento all’intero foglio per capire che avrei potuto svolgere tranquillamente la verifica! Mi sono tornate in mente le raccomandazioni della mamma: “Stai tranquilla che quando ti impegni, prima o poi i risultati li ottieni”. E così è stato: un bel 9 in matematica sul registro che nessuno mi potrà togliere! Di ritorno in macchina quel giorno, lo scrosciare della pioggia e la mia canzone preferita, “Crazy love” di Marracash, sparata a palla, sono state la bellissima colonna sonora di un meritato successo.