di Alessandra Pagano- Sono una studentessa della classe II A, della Scuola Secondaria di I grado Ammendola De Amicis e a scuola, quest’anno stiamo studiando le guerre mondiali. Resto attonita ed incredula nell’apprendere le atrocità commesse ai danni di tante persone, nonché le tragiche conseguenze di distruzione e morte causata dagli interventi bellici. La guerra segna ferite inguaribili e non credo che oggi, ancora memore delle tragedie passate, si possa pensare di risolvere un conflitto imbracciando le armi. Penso ai tanti giovani che cadono vittime di armi micidiali, alle tante famiglie distrutte e a tutti quei bambini che trascorrono le loro giornate nell’incubo e nella trepidazione. Non si può sconvolgere la vita di tanti popoli; qualsiasi ostilità deve essere appianata con il dialogo e interventi diplomatici. Le numerose manifestazioni per la pace e il caloroso appello del Papa, richiamano non solo ai valori morali della pace e della fratellanza, ma ci ricordano anche che la guerra è la sconfitta della ragione e quindi dell’uomo stesso, perché non è stato in grado di risolvere le divergenze. La guerra è violenza e genera spirali di odio e vendetta. La pace non è un’utopia, è l’aspirazione di tutti i popoli ed è possibile realizzarla solo se tra tutte le nazioni, al di là di ogni credenza politica, si instaurano buoni rapporti di collaborazione e di solidarietà.