a cura di Aisa Greta, Gaudenzi Veronica, Loreti Riccardo, Neri Giulia, Pesaran Sanli, Elisa Zappi – classe II/D – scuola Secondaria di I grado –
Oggi primo febbraio 2022 la classe 2°D ha partecipato ad un incontro on line con una bibliotecaria della biblioteca comunale di Assisi, riguardo il giorno della memoria che è ricorso il 27 gennaio. Durante questo incontro ci sono state lette alcune pagine tratte da quattro libri riguardanti il periodo della seconda guerra mondiale. La prima lettura è tratta dal libro “La portinaia Apollonia”: parla della portinaia Apollonia che viene presa in giro dai bambini per il suo nome. Daniel, bambino ebreo, credeva che Apollonia fosse una strega
maligna. La madre di Daniel lavora, il padre non c’è più e lui fa la fila
per comprare il pane. Daniel ha molta paura di Apollonia, ma c’è un
nemico più cupo: i soldati cattivi, che si chiamavano tutti con lo stesso
nome: tedeschi. Un giorno andranno a casa di Daniel per catturare la
sua famiglia, ma stranamente Apollonia mette al riparo lui e la madre, così i tedeschi non si accorgono di nulla. Daniel si era sbagliato, la portinaia non era una strega ma una fata che
aiuta chi è in pericolo. Il secondo brano presentato dalla bibliotecaria è tratto dal libro“Tana libera tutti: Sami Modiano, il bambino che tornò
da Auschwitz”, di Walter Veltroni. In particolare abbiamo ascoltato il capitolo intitolato” Il volto che cerco”. Questa storia narra le vicende di Sami, bambino
ebreo, deportato insieme a suo padre e a sua sorella maggiore Lucia, nel campo di prigionia di Auschwitz – Birkenau. Ci è stata letto il passo in cui Sami cerca la sorella
fino a quanto vedendola stenta a riconoscerla. Il padre ed il figlio erano insieme mentre la sorella non l’avevano più vista. Un giorno il fratello decise di andare a cercare Lucia. Ci andò una sera ma non la vide, perché era buio, allora ci tornò nei giorni seguenti: vide che qualcuno lo stava salutando, lui non aveva la minima idea di chi fosse. Piano piano si avvicinò e vide che era proprio sua sorella, da come la
descrive era magrissima e i suoi bei capelli le erano stati tagliati. Sami decise di farle un regalo: il pezzo di pane che aveva; può sembrare una sciocchezza ma per quel luogo e in quelle condizioni, era un gesto molto prezioso. Le lancia il suo pezzo di
pane attraverso il filo spinato, Lucia a sua volta rilancia due fette, la sua e quella di Sami al fratello. Lei lo protegge ancora, come una mamma! Ognuno vuole regalarne un po’ all’ altro. Questo è amore! Appena tornò, il figlio raccontò tutto al padre. Ciò che mi ha colpito è il fatto che quando una persona entrava nel campo, non era più considerata tale: famiglie divise, persone uccise senza motivo, 125 grammi di pane come unico sostentamento, ultimo, ma non meno importante, le loro identità venivano “rubate” per fare spazio a un numero.