//Aveva paura, invece, del buio vano della notte.

Aveva paura, invece, del buio vano della notte.

di | 2022-02-02T16:38:09+01:00 2-2-2022 16:36|Alboscuole|0 Commenti
di Valeria Perfetta – 5^B –
Cos’è la paura se non il terrore del buio? Dove si può trovare la salvezza se ovunque l’uomo si giri vi è sempre e solo orrore? La notte, silenziosa, profonda ed enigmatica, oscura la luce.
Ecco, dunque, che l’uomo si sente in trappola e la natura, inarrestabile, è, per lui, sinonimo di oscurità. In essa, l’individuo diventa piccolo ed insignificante. L’essere umano, che si presenta grande e forte alla luce del giorno, si ritrova a cadere ai piedi del grande colosso della natura: la notte. Tormentosa, buia ed ostile, trascina l’uomo nella profondità deli abissi.
Difatti, secondo quanto dice Pirandello nella novella “Ciàula scopre la luna”, il protagonista non ha paura del guizzare del riflesso rossastro in una pozza. Si sente, anzi, sicuro nei luoghi sconosciuti e si muove senza sosta, purché protetto dalla luce del giorno.
Tuttavia, quando il buio della sera incombe su di lui, ecco che la sua forza e la sua sicurezza cedono: è nella notte che i demoni dell’uomo salgono in superficie, come se egli stesse annegando costantemente e i suoi inferni personali lo stessero trascinando giù, nel maestoso vuoto dei mari. Dunque, il primo spiraglio di luce che si intravede non è la salvezza, bensì il tormento che illumina il volto dell’uomo, così piccolo ed indifeso.
Eppure, questo accade per un motivo fondamentale: è l’essere umano che, sentendosi inferiore rispetto alla natura che lo circonda, permette alle paure di uscire fuori dalle gabbie.
Come detto da Plinio il Vecchio nelle “Naturalis historia”, è la natura che ha creato i veleni, ma è l’uomo che ha scoperto i modi di servirsene. Egli ha bisogno di proteggersi da ciò che gli incute paura. L’individuo sente, così, costantemente, il bisogno di affermare la sua potenza. Da quanto si può evincere dal testo dello scrittore, anche la natura porta con sé la violenza: gli elefanti rendono appuntite ed affilate le zanne, così come i cinghiali e i rinoceronti.
La natura stessa è, dunque, ben consapevole che ha in sé il male: l’essenza di ogni creatura, che sia umana o animale, è costituita da due anime contrapposte, la luce e il buio; ma è ciò che si sceglie di seguire ad essere fondamentale. Per questo è l’uomo che, nella sua infinita ignoranza, ha scelto il male e ha deciso di ungere le sue armi di veleno, rendendole ancora più letali.
Ad oggi, quindi, è l’individuo che avvelena i mari e i fiumi ed è sempre lui che, sganciando le sue bombe nucleari, ha portato allo sterminio di tanti esseri animali che dominano i mari e la terra.
È l’uomo che, credendo di essere il “dio supremo” del mondo, ha ucciso creature innocenti. Tutto ciò è causato dal terrore di essere inferiore che persiste nel suo animo. Infatti, se si lasciassero intoccati il mondo e la natura, si potrebbe ammirare come questa avrebbe la meglio sull’uomo, decorando le città con i suoi alberi e i suoi figli. Essa è la vera ed unica forza del pianeta. Eppure, si potrebbe cercare un’alleanza che unisca gli esseri animali ed umani: se solo si sapesse convivere con la natura, l’uomo troverebbe la serenità.
Ritornando a Pirandello, si può notare che la luce che salva l’animo umano, è proprio quella di uno degli elementi fondamentali del mondo naturale: la luna. Maestosa, placida e serena, essa fa gioire l’animo dell’uomo che si libera dalle catene del dolore, perché ha ritrovato la salvezza. Scrive Pirandello: “Ciàula si mise a piangere”, proprio perché, alzando lo sguardo, ha trovato la luce. Si può capire, dunque, che anche quando si cerca di risalire dal vuoto, uno spiraglio d’amore è sempre presente. Serve solo alzare lo sguardo verso il cielo per essere salvato. Conclude l’autore: “la notte era piena di stupore”, poiché il cuore umano si rasserena dinanzi alla maestosa bellezza della natura.