Di Gaia Mucci – classe II sez. G
Il giorno 14/12/2021 la nostra professoressa di lettere, Teresa Suriano, ci ha invitati ad ascoltare il monologo dell’attrice italiana Paola Cortellesi, intervallato dalle note della canzone “GUERRIERO” di Marco Mengoni.
Tornata a casa, ho scaricato il testo del brano musicale per udire attentamente le parole e comprenderne il significato.
I versi che hanno suscitato in me delle forti emozioni sono stati i seguenti:
“Io sono un guerriero
Veglio quando è notte
Ti difenderò da incubi e tristezze
Ti riparerò da inganni e maldicenze
E ti abbraccerò per darti forza sempre…”
Queste righe trattano soprattutto le tematiche del bullismo e della solitudine. Il “guerriero”, secondo l’opinione del cantante, rappresenta “quel qualcuno” che potrebbe aiutarci a superare ostacoli e difficoltà che incontriamo nel corso della nostra esistenza.
Nel video della canzone di Marco Mengoni, compare un ragazzino di nome Giancarlo Catino, un bambino che subisce atti di bullismo da parte dei suoi compagni di classe.
Quest’ultimo è solito rifugiarsi nelle storie avvincenti degli eroi dei fumetti e immagina spesso di interpretare un Supereroe, forse perché solo così può sentirsi forte per un attimo.
Il significato principale del singolo, scritto dal cantautore, è l’importanza di avere qualcuno al proprio fianco, del quale potersi fidare.
Ognuno di noi ha bisogno di un “guerriero” che ci difenda e ci faccia sentire protetti.
I “guerrieri” possono essere persone realmente esistenti, i genitori o altri parenti, oppure immaginari, come la nostra voce interiore, che ci dà la forza in quei momenti in cui ci sentiamo soli e delusi.
La storia del ragazzino presente nel video termina con un abbraccio.
Infatti, Giancarlo entra nella palestra dell’Istituto Scolastico dove si trova il bullo e invece di sferrargli un pugno dritto in viso, lo abbraccia, dimostrando così che il vero vincitore è lui perché nonostante sia stato deluso e abbia sofferto molto, lo ha perdonato manifestando la sua grande forza, quella del perdono. Io, come quel ragazzo, credo nel potere del condono.
Il perdono, secondo me, provoca un cambiamento dal punto di vista emotivo, soprattutto nella vittima che perdonando il bullo si trova a ridurre la propria rabbia e il senso di vendetta e a sentirsi un vero Vincitore.
Il perdono non è solo un atto che regaliamo agli altri, ma è, innanzitutto, un dono che facciamo a noi stessi.