di GIOIA GIOVANNELLI – NELL’ERA DEI MILLENNIALS
Nessun segreto nei social network. Oggi tutti utilizzano Facebook o Whatsapp, Pinterest o Instagram, solo per dirne alcuni. Ma sappiamo davvero cosa succede quando utilizziamo queste app? Per definizione un social network é un servizio che consente la comunicazione e la condivisione attraverso mezzi testuali e multimediali dei propri pensieri e delle proprie situazioni. I servizi di questo tipo, nati alla fine degli anni 90 e divenuti popolari nel decennio successivo, permettono agli utenti di creare un proprio profilo, organizzare una lista di contatti, pubblicare un proprio flusso di aggiornamenti e di accedere a quello altrui. Insomma, una vera e propria rete sociale. Non dobbiamo dimenticare però che per consentirci tutto questo, il social deve appoggiarsi ad una piattaforma digitale: un vero e proprio archivio all’interno del quale vengono raggruppati tutti i dati, ai quali si può facilmente accedere mediante una ricerca sul browser dell’applicazione. Ma sono davvero al sicuro tutte queste informazioni? La dimostrazione l’abbiamo avuta con il recente scandalo toccato a Facebook. Il grande colosso digitale avrebbe ceduto, secondo le fonti giornalistiche, i dati di circa 50 milioni di americani alla Cambridge Analytica, azienda che avrebbe accuratamente analizzato i dati per poter effettuare un processo di condizionamento in chiave elettorale durante le elezioni dell’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo scandalo ha suscitato molte critiche e non poca indignazione da parte di chi si è sentito truffato dal servizio. Non siamo noi ad autorizzare il trattamento dei nostri dati quando installiamo una qualsiasi app, spesso e volentieri senza leggere le effettive condizioni del contratto di acquisto del software, perché troppo lunghe e noiose? E poi non siamo sempre noi ad effettuare gli aggiornamenti con le nostre ideologie politiche, i nostri gusti a livello di prodotti commerciali o altro? Per chi fa business queste informazioni sono oro colato, perché consentono di effettuare una analisi di mercato senza entrare in diretto contatto con “la clientela” e riuscendo a condizionarla e manipolarla senza che riesca effettivamente a rendersene conto. Inoltre non dobbiamo dimenticare che chi ha questo tipo di interesse solitamente ha una solida disponibilità economica tanto da potersi permettere di “comprare” i nostri dati direttamente dalle piattaforme in cui sono raccolti. Poco importa se ciò susciterà uno scandalo. Cosa vuoi che succeda ad un colosso mondiale come Facebook che permette lo svago grazie ad un software semplice, immediato ed intuitivo? Non sono forse queste le caratteristiche di un perfetto social network? E non sono le stesse caratteristiche che hanno reso il social in blu, l’app più diffusa, installata ed utilizzata in tutto il mondo? Non pensiamo però che disinstallando Facebook i nostri preziosi dati siano al sicuro. Infatti potremmo ribadire il medesimo discorso per Google che memorizza con lo stesso procedimento le nostre ricerche ed i caricamenti effettuati dal nostro account digitale. Questi dati se anche venissero cancellati dall’utente rimarrebbero comunque memorizzati nella parte più remota e nascosta della rete: la cosiddetta “DeepWeb” o “DarkWeb” alla quale hacker ed esperti informatici potrebbero riuscire ad accedere. In conclusione qualsiasi interazione con la rete digitale comporta una archiviazione di dati che potrebbe danneggiarci. L’unica cosa che possiamo fare è quella di pensare con la nostra testa per non permettere alla rete di condizionarci, ricordandoci che dobbiamo essere noi gli utilizzatori del digitale e non viceversa.