di LAVINIA ZILIANTI – Giovani come il burattino di Collodi, sbagliare per crescere, prima di farsi in carne e ossa.
In fondo noi ragazzi siamo tutti un po’ il Pinocchio di Collodi. La nostra generazione è forse una delle più complicate; siamo fragili, indifesi, videodipendenti, ma al tempo stesso sappiamo difendere i nostri ideali. La fase adolescenziale è forse la più importante per la formazione della nostra persona: siamo tutti dei semplici burattini di legno che dovranno superare varie prove per arrivare ad una maturazione che nel caso di Pinocchio serviranno per diventare un bambino vero in carne e ossa. Prendendo in considerazione una piccola parte del famosissimo romanzo in cui Pinocchio si trova in fin di vita, la fatina ordina al burattino di prendere una medicina che lo aiuterà a guarire. Il piccolo moribondo non ha la minima intenzione però di assumerla e la buona fatina le propone un accordo, ossia che subito dopo aver preso la medicina le avrebbe dato uno zuccherino, ma facendo di testa sua prese soltanto il dolce e solo quando vide arrivare una bara bianca accompagnata da quattro conigli bianchi prende il farmaco. La fatina gli chiede il perché di questo suo gesto e Pinocchio risponde: <i ragazzi di oggi fanno così>. Questa frase banale ma contemporaneamente piena di verità fa molto riflettere: molti di noi tendono a non comprendere l’importanza di essere costanti e impegnati nelle cose, come per lo studio ad esempio, che è una delle cose più importanti per arrivare un giorno ad essere delle persone piene di conoscenze ed esperienze. Ma proprio come disse il grande Collodi <la vita è anche correre alla propria perdita, errare è l’infinito di errore ed è come una odissea senza fine, un viaggiare e sognare senza direzione, un rimettersi in discussione, è il legno che si fa corpo, è la carne che si fa legno>. E allora viva l’eterno Pinocchio.