di Giulia Elena Cimatti, Classe 3^A. – Buongiorno cari lettori e benvenuti nella nostra Rubrica dedicata al “Mondo degli Animali”, oggi desidero parlare del Suricato e cioè di un animaletto molto simpatico e sociale. Dopo essermi documentata ecco le informazioni relative a questo grazioso animale. Per cominciare esso è una mangusta della famiglia dei Erpestidi. Il suo nome scientifico in latino è Suricata suricatta. E’ molto diffuso nell’Africa meridionale. Come caratteristiche fisiche presenta un corpo lungo e snello, degli arti lunghi e sottili ed ha una coda affusolata. E’ ricoperto da una pelliccia corta eccetto lungo i fianchi. La testa è larga, gli occhi sono grandi, neri e circondati da un anello scuro. Il muso è corto, nero ed appuntito. Sulla testa sono visibili delle zone di colore che variano dal bianco al grigio e con la presenza di una striscia scura che va dalla fronte fino alla base delle orecchie, le quali sono rotonde e nerastre. Le sopracciglia e le guance sono di colore bianco dove i peli hanno la base chiara, ma ci sono due anelli più scuri nella parte centrale, mentre la loro punta è bianca ed argentata. I peli delle parti inferiori sono bianchi mentre quelli del mento e della gola sono bianchi e grigi. La coda è lunga ed è come la testa, mentre il corpo è dello stesso colore del dorso, eccetto la punta nerastra, che risulta essere finemente ricoperta di peli che sono più lunghi all’attaccatura. I piedi hanno quattro dita e le piante hanno quattro cuscinetti rigonfi. Gli artigli sono lunghi e ricurvi. Per quanto riguarda lo stile di vita essi sono molto organizzati nella loro società che, molte volte, coinvolgono anche altri gruppi. Il gruppo è solitamente composto da dieci individui, ma molto spesso possono anche arrivare a trenta individui. Le femmine sono 1 o 3 mentre i maschi possono arrivare a 4. I cuccioli sono molti e i giovani maschi sono più o meno una dozzina. Le femmine possono salire di gerarchia attraverso un’eredità o emigrando in altri gruppi dove non non si trovano delle femmine, oppure attraverso le sfide, ma c’è anche un’ultima possibilità che è quella di formare nuovi gruppi con maschi emigrati dal proprio. Nel gruppo vi è una gerarchia che aumenta con l’età ma si può salire di posizione anche sfidando gli altri pretendenti fino alla sconfitta di uno dei due e il conseguente esilio del perdente. Varie volte i maschi più delle femmine, si disperdono in altri gruppi, nei quali, qualche volta, per entrare, passano delle settimane. I suricati marcano il loro territorio con delle scie olfattive che vengono effettuate dalla coppia dominante. Per cacciare senza pericoli nei rami più alti si posiziona una sentinella che, quando avvista un predatore, fischia per avvisare del pericolo, così tutti gli altri corrono nelle tane a nascondersi. Accade però che qualche volta il fischio arriva in ritardo e quelli più lenti vengono presi dal volatile più temuto da questi animali: l’aquila marziale. Il fischio può variare da predatore a predatore così la colonia è preparata ai loro attacchi. I cuccioli, da piccoli, non riescono a cacciare e così producono un suono che avvisa gli adulti che hanno bisogno di sfamarsi. Le femmine sono quelle che contribuiscono di più a sfamare i cuccioli, anche se qualche volta non ci riescono neanche loro. I suricati si nutrono di invertebrati, soprattutto di coleotteri e imenotteri, termiti, ortotteri e scorpioni e qualche volta anche di rettili che costituiscono un supplemento alimentare durante l’anno. Il suricato è immune al veleno degli scorpioni, infatti lo tollera sei volte di più di quello che invece ucciderebbe un coniglio. Beve raramente l’acqua ma in compenso mangia molti frutti che ne contengono una grande quantità, oppure la ottiene anche quando si ciba di altri piccoli animali. L’accoppiamento avviene nel periodo tra ottobre e giugno nel Kalahari meridionale dopo le piogge torrenziali, ma può anche accadere raramente nei mesi più caldi. L’accoppiamento avviene solo dal maschio con la femmina dominante, mentre il resto della piccola comunità si occupa dei cuccioli. Nei mesi più caldi anche i subordinati possono accoppiarsi anche se in modo meno produttivo. La femmina dominante può partorire da una a tre cucciolate con un numero variabile dai 3 ai 7 piccoli, mentre le femmine subordinate partoriscono meno frequentemente dove i cuccioli invece possono essere da 1 a 8. I cuccioli sono molto vulnerabili ai predatori sia all’interno delle tane che durante la caccia, ma diventano meno vulnerabili dopo il terzo mese di vita. I giovani sono cacciati da serpenti e in particolare dal cobra del capo, dai rapaci, dall’aquila marziale, dall’aquila rapace, dal falco giocoliere, il falco lanario e dall’astore cantante pallido. Questi predatori costituiscono la causa principale dell’uccisione di circa un quarto di tutti i giovani suricati. I grandi carnivori, come il leone, la iena macchiata e lo sciacallo dalla gualdrappa sono altre minacce che ogni giorno il suricato teme, come anche il tasso ratele. Tuttavia gruppi di suricati possono aggredire molti predatori come il cobra del capo, ma anche piccoli rapaci e la volpe del capo. Il suo habitat naturale è costituito da zone aride ed aperte caratterizzate da piante sparse per il territorio, però non è presente nei deserti veri e propri, nelle aree forestali e nelle zone montane.
Grazie per aver letto l’articolo fino alla fine. L’appuntamento è al prossimo!