a cura di Alessio Guerciolini – classe IV/A – scuola Primaria – Plesso Giovanni XXIII –
Il 17 marzo 1861 ci fu l’Unità d’Italia e divenne un unico Stato. Nonostante ciò in ogni regione si parlava un dialetto, così non tutto il popolo poteva comunicare attraverso una sola lingua.
Moltissime persone, compresi i bambini, erano analfabete e non sapevano né leggere né scrivere. Nelle regioni del sud Italia, in particolare, c’era un alto tasso di analfabetismo, i bambini poveri non andavano a scuola e venivano chiamati “CARUSI”. I Carusi lavoravano e non venivano pagati. Non c’erano molte scuole né ospedali.
Ricevevano un’istruzione soltanto i figli dei nobili. I grandi Re dell’epoca si arricchivano sfruttando il popolo: gli uomini come contadini e le donne come serve nei palazzi. Per questo motivo molte persone povere, esasperate, si ribellarono e, unendosi in gruppo, diedero vita, purtroppo, anche al brigantaggio. I briganti rubavano ed uccidevano i nobili (i ricchi).
Il brigantaggio nel corso dei decenni si è evoluto in Mafia (Sicilia), N’Drangheta (Calabria), in Camorra (Campania). Oggi i delinquenti di questi gruppi (associazioni a delinquere) si approfittano dei bambini, di famiglie in difficoltà economiche e sociali, per costringerli a rubare, a spacciare droghe e ad uccidere.
Ci sono persone più istruite, oggi, perché ci sono molte più scuole dove si impara a diventare bravi cittadini, dove ci insegnano il rispetto delle regole, degli altri e l’educazione per esercitare diritti e doveri. Nella Democrazia il popolo, attraverso i rappresentanti che sceglie (PARLAMENTO E SENATO), esercita la propria volontà. Nel corso degli anni, soprattutto la Mafia, ha ucciso molti innocenti: Peppino Impastato, Libero Grassi, Piersanti Mattarella, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e molti poliziotti e carabinieri. Tutti cittadini che hanno provato a ribellarsi e a liberare la loro terra da questo brutto fenomeno. Per non dimenticare il loro sacrificio è stata istituita il 21 marzo di ogni anno la Giornata in Memoria delle Vittime della Mafia.