“Ritorneremo a vedere le stelle”
cita Dante nell’ultimo verso della Divina Commedia.
Se penso a quanto è attuale questa frase nel nostro tempo, le stelle è così semplice guardarle, basta alzare gli occhi al cielo e osservare.
Ma nell’ultimo anno della nostra vita le cose semplici come questa sono diventate difficili, tutto ciò che prima del 30 gennaio 2020 ci sembrava scontato è diventato prezioso, sì perché è arrivato un microscopico virus che ha cambiato le nostre vite.
Ci ha impedito di abbracciarci, di avere contatti con le persone che amiamo, di uscire di casa, abbiamo vissuto per più di un anno avendo paura di essere contagiati o di contagiare qualcuno, di andare in ospedale e rimanere soli e addirittura avere paura di morire per colpa sua.
Quella sensazione di solitudine mi ha accompagnata ancora di più quando anche io e la mia famiglia siamo stati contagiati.
Mariateresa Nuzzolese – Stare chiusi in casa senza nessun contatto, uscire solo per fare i tamponi e sperare di avere l’esito negativo.
Non dimenticherò mai il giorno in cui per la mia famiglia i risultati erano negativi e il mio ancora positivo e perciò essere costretta a rimanere ancora più sola rinchiusa nella mia camera.
Poi finalmente tutto è passato.
Ora sembra che la situazione sia migliorata, è stato bello poter uscire, rivedere tutte le persone care, anche se i sorrisi sono ancora nascosti dalle mascherine.
Tutti avevamo la sensazione di vivere dietro ad un filo spinato che ci impediva di vedere il resto del mondo e anche le nostre amate stelle.