di Maria Tea Santagiustina, Classe 2^ A. – In questo primo periodo di vacanze scolastiche ho incominciato a leggere il libro “La regina ribelle” di Elisabeth Chadwick, edito da Feltrinelli nell’ottobre del 2018, della Collana TRE60, il quale fin da subito ha scaturito in me grandi emozioni e tanta tristezza poiché visse in un’epoca, il XII secolo, in cui le donne dovevano stare in silenzio e dovevano assolutamente ubbidire agli uomini. Nel libro è narrata la storia non sempre allegra della duchessa d’Aquitania, conosciuta per la sua infinita bellezza il che non era molto frequente in quei tempi. In questo mio articolo, come recensione, descriverò le mie personali impressioni su quello che ritengo che potesse essere il suo rapporto matrimoniale con Luigi VII di Francia. Incominciamo con delle informazioni biografiche. Eleonora nacque a Bordeaux dove la sua infanzia fu tra le più felici anche se costellata dalla prematura perdita della madre e del fratellino a causa del parto. Suo padre nel libro viene rappresentato come un uomo che ama molto sua figlia, ma essendo già gravemente malato, decise, senza consultarla, di assicurarle il futuro migliore che potesse desiderare. Durante un pellegrinaggio il padre muore e lei diviene l’erede di una grande fortuna. Per lei questo fu un passaggio molto importante e per nulla facile, infatti era ancora molto giovane e non si sentiva del tutto pronta nel prendere in mano la sua vita non più come una bambina, ma come una giovane donna. Il tutto divenne ancora più difficile quando scoprì che il suo destino era già stato completamente pianificato senza che lei potesse fare nulla per poterlo cambiare. Da qui una mia riflessione sintetizzata nella seguente domanda: “A voi piacerebbe avere già tutta la strada spianata?” Beh, sono sicura che alcuni direbbero di sì, perché la vita potrebbe così essere molto più facile, ma potrebbe essere anche molto più noiosa. Ritorniamo ad Eleonora che, ancora scossa di essere venuta a conoscenza di ciò che il padre le aveva riservato, decise comunque di non opporsi a quella che tutti le consigliavano essere la migliore scelta per lei e per l’Aquitania. Accadde che dopo aver acconsentito al matrimonio con Luigi la sua vita divenne molto più insidiosa. A corte, infatti, non era per nulla la benvenuta soprattutto per la madre di Luigi, Adelaide di Savoia, che la considerava una giovane ragazza frivola e priva di carattere, e in più era sicura che non avrebbe mai dato un erede alla Francia. Per questi ostacoli Eleonora dovette combattere, per tutto l’arco del suo matrimonio, con il consorte Luigi per imporre la sua superiorità stando attenta a non scatenare l’ira del re. Nonostante tutti i suoi sforzi venne denigrata in quanto donna amante dell’eleganza e del divertimento considerato non aristocratico e privo di senso per le nobildonne. Fu persino costretta ad andare in crociera con il marito in Terra Santa, lasciando sua figlia appena nata, Maria, in Francia lontana da lei. Durante quel viaggio si accorse di come la vita fosse dura ed aspra come i terreni che dovette attraversare per giungere a destinazione. Luigi pregava tutto il giorno non la degnava neppure di un semplice sguardo, mentre tutta la corte la osservava accusandola, alle sue spalle, di essere una profittatrice. Alla fine essendo un essere umano scoppiò, provando un forte risentimento verso suo marito che invece lo avrebbe dovuto amare, perché l’aveva imbrogliata dimostrandosi per quello che era in realtà, ma solo dopo il matrimonio: un uomo arrogante e senza scrupoli. Incominciò così, ancora da sposata, una relazione con un uomo che riteneva di amarlo davvero e non riuscì più a sopportare tutti i lacci che le erano stati imposti dalla corte. Giunse finalmente l’annullamento del matrimonio poiché consanguineo. Una volta libera dal vincolo del precedente matrimonio, riacquistò le sue amate terre d’infanzia, finché non si sposò con Enrico II d’Inghilterra, al quale venne caldamente sconsigliato di prenderla in moglie, poiché accusata di essere troppo intelligente. Morì il 1° aprile del 1204.