Vorrei descrivere il maestoso paesaggio davanti ai miei occhi, ma temo di non avere tempo. Questa veste non mi protegge affatto dal freddo portato da questo vento improvviso, senza limiti, presagio di tempesta. Ho passato tutta la mia vita nell’ombra e nella speranza del domani, illudendomi che questo mi avrebbe aiutato a superare le varie avversità della mia vita. Ho vissuto nel tempo aspettando il tempo, che paradosso! L’immensità del mare mi porta a passeggiare nella parte di memoria che avevo oramai soppresso; quella delle cose non dette o mai fatte in attesa del domani e poi ancora rimandate e rimandate e rimandate. Siate il vostro oggi, non il vostro domani. Andate. Andate dalla persona che amate e ditele ciò che provate e ripeteteglielo, fino a perdere la voce. Andate dalla professoressa che è sempre stata la vostra spina nel fianco e urlatele che di voi non ci ha mai capito nulla. Andate in quel negozio e comprate quella cosa che avete sempre voluto comprare, nonostante vi sia stata sconsigliata da tutti. Andate a dire tutto ciò che avete tenuto dentro per anni in attesa del domani, del momento adatto, non fate il mio stesso errore, non tenete tutto dentro. Io non ho tempo, ma voi che lo avete… andate, andate e non tornate fin quando non avrete la consapevolezza di essere finalmente liberi, di aver rotto quei confini morali e sociali che hanno sempre ingabbiato il vostro cervello. Accettate tutte le conseguenze del caso, perché vi porteranno ad una vita migliore, non importa quanto negative possano sembrare al momento. Sono sicuro che nella vostra vita ci sarà stato almeno un giorno che non vi ha lasciati assolutamente nulla, uno in cui avete praticamente solo dormito ad esempio, oppure uno passato a disperarsi sul letto per, non so, un litigio con i vostri genitori o una relazione finita male. Eliminateli, per sempre. Siate leggeri, prendete la vita per come viene, non disperatevi per un passo sbagliato, piuttosto continuate a ballare finché potete. Ballate bene, ballate fino a non poterne più e poi continuate ancora, nella gioia del momento, non nell’incertezza del domani. Non abbiate rimpianti, così da poter raccontare a Dio di aver vissuto veramente. Il mio incontro con lui è sempre più vicino e non ho la minima idea di cosa gli racconterò. Forse gli racconterò del giorno in cui mi hanno diagnosticato un cancro incurabile ai polmoni, di quanto fu devastante quella notizia per una ventiduenne come me. Avevo bisogno di lasciare un messaggio in questi ultimi miei giorni di vita e penso di essere giunta alla fine. La fuga dall’ospedale mi ha prosciugato le poche forze rimastemi e ora il dolore si sta propagando dal petto in tutto il corpo rendendo la penna quasi un macigno. Spero che qualcuno, leggendo questo messaggio, possa iniziare ad andare e a ballare, anche per me. Sirene. Arrivano. Non pensavo che qui in Grecia ci mettessero così poco ad accorgersene. Affiderò questa bottiglia al mare, sono sicura che saprà dove portarla.
Sergio Stile III H
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