di GRETA MOLLO (classe 2° A) – Sabato 19 maggio alla piazzetta di via Margherita a Fagnano Castello, è stato dato un nome. Questo nome è quello di una ragazza, che precisamente 20 anni fa, perse la vita a Cosenza. Si tratta di uno dei tanti femminicidi , a darne testimonianza qui a Fagnano, sono stati i suoi genitori, invitati per l’occasione dalla prof.ssa De Rose Toniella , promotrice dell’iniziativa insieme agli alunni del LICEO CLASSICO.
” Roberta, la ragazza che doveva andare al mare ma in realtà non lo raggiunse mai…” I giornali dell’epoca intitolarono la vicenda così. È il pomeriggio del 26 luglio del 1988 quando la diciannovenne Roberta Lanzino, studentessa al primo anno della Facoltà di Scienze Economiche e Sociali dell’ Università della Calabria, decide, assieme al padre Franco e alla mamma Matilde, di raggiungere la loro residenza estiva a San Lucido, sul litorale tirrenico cosentino. Quel pomeriggio, diversamente dal solito, Roberta, per andare al mare, decide di prendere il motorino del fratello Luca, e si dirige non per la consueta superstrada 107, ma lungo un tragitto più lungo ma apparentemente più sicuro, la strada meno trafficata, priva non soltanto delle numerose gallerie, ma anche dei pericolosi mezzi pesanti .
Roberta che, con indosso i suoi jeans di colore blu, la maglietta rosa salmone e un paio di occhiali da sole, si dirige verso il suo drammatico destino. Roberta nella sua casa al mare non arriverà mai , il suo corpo seminudo sarà ritrovato alle 6,30 della mattina seguente, dopo una notte di drammatiche ed estenuanti ricerche del padre e delle forze dell’ordine. Roberta è morta, uccisa in modo brutale .Da quell’estate del 1988 a oggi la Giustizia non è ancora riuscita ad arrivare a una verità processuale, capace di rendere giustizia a una ragazza a cui con violenza è stata strappata la vita.
Ecco, lei era Roberta Lanzino, alla nostra piazzetta è stato dato il suo nome perché in un luogo destinato ai ragazzi, un luogo di incontro e di svago, si ricordasse la storia di una ragazza come tante a cui è stato rubato il futuro in modo crudele. Il sindaco ha fatto il suo discorso a riguardo insieme alla dirigente del liceo classico e anche noi ragazzi più piccoli, invitati per l’occasione, abbiamo conosciuto questa storia tristissima . Dopo che i signori Lanzino hanno dato la loro testimonianza, una ragazza ha cantato una canzone sui giovani. Altri ragazzi hanno letto delle riflessione sui femminicidi e sull’amore malato. E’ stata l’occasione per cercare di capire come nasce e si sviluppa la violenza di genere e ciò che può provocarla. Spesso tra i ragazzi e le ragazze si presentano delle discussioni che possono degenerare in violenza e questo non può essere accettato, infatti anche solo uno schiaffo o semplicemente alzare la voce o impedire qualcosa alla persona a cui si dice di voler bene o non rispettare la sua opinione possono essere dei campanelli d’allarme per violenze più gravi che non possono essere tollerate. La nostra attuale società dovrà garantire a tutti la piena uguaglianza e il rispetto della diversità di genere, un diritto che non può in nessun modo essere messo in dubbio.Mai più violenza sulle donne è il messaggio che il nome di Roberta Lanzino ricorderà per sempre a tutti quelli che lo leggeranno.