a cura della famiglia Pallone –
CONNESSI E SICURI?
COME ACCOMPAGNARE BAMBINI E RAGAZZI SUI SOCIAL NETWORK
Chi si aspettava che l’incontro con la dottoressa Sonia Montegiove, il giorno 8 maggio, avesse una
tendenza negativa e demonizzante verso i social, è rimasto probabilmente deluso. Sì, perché ciò che la giornalista e formatrice informatica ha condiviso con una platea non troppo nutrita ma senz’altro attenta ed interessata, è stata la necessità di conoscere il mondo del web per diminuire la distanza relazionale con i propri figli con i quali si parla sempre meno. Non si può vietare oggi ai ragazzi di usare i social perché se ne creerebbe il mito, poi si rischierebbe di isolarli, di escluderli dal gruppo e dal contesto in cui vivono; è oramai il loro linguaggio e in quanto tale dobbiamo conoscerlo per capirlo, per entrare in relazione con i ragazzi ma anche per limitare i rischi e le conseguenze di un uso distorto ed eccessivo.
La famiglia non può e non deve delegare la scuola come l’unica agenzia responsabile e depositaria
della formazione ed educazione digitale dei ragazzi e dell’eventuale cattivo uso che ne può derivare.
E’ vero che la scuola promuove l’uso dei mezzi tecnologici per rendere inclusiva la didattica, per
ampliare le conoscenze e come supporto a determinati compiti, ma è essenzialmente dalla famiglia che deve nascere l’educazione e la consapevolezza digitale per accompagnare i nostri ragazzi sui social network in modo sano.
E’ stato interessante l’invito della dott.ssa Montegiove ad aiutare i nostri ragazzi nell’utilizzo di
certi strumenti tecnologici come veicolo di comunicazione produttiva con persone di altri Paesi, con le quali condividere passioni, interessi comuni e, perché no, costruire una rete sociale anche forte, abbattendo le barriere geografiche.
Un aspetto fondamentale da trasmettere ai nostri figli è la consapevolezza che le compagnie si
arricchiscono con le nostre PROFILAZIONI. In molte applicazioni, anche gratuite, i nostri dati
vengono usati, manipolati e rivenduti a nostra insaputa….diventando oggetti di mercato!
Tutto ciò ci deve interrogare sulla necessità di educarci ed educare all’utilizzo della comunicazione, consapevoli che quella digitale ha dinamiche diverse rispetto a quella verbale: spesso si relaziona virtualmente sotto l’effetto dell’emotività e dell’impulsività a scapito del buon andamento delle relazioni. Ci deve interrogare inoltre sulla necessità di riappropriarci del nostro tempo (fatto anche di attese e di silenzi), del dialogo, della capacità critica, della relazione umana fatta di emozioni, sguardi, carezze, calore. Quindi dobbiamo ripartire da noi stessi come genitori, dandoci e dando delle regole rispetto all’uso dei social, accompagnando i nostri ragazzi a capire il ricco quanto insidioso mondo del web, tenendo sempre in mente che tutto ciò che io pubblico è per sempre!
Non sappiamo se vivremo “connessi e contenti”, ma se non altro ci saremo impegnati a recuperare la nostra genitorialità consapevole, critica e presente.