Di Clara Leonetti, Silvia Alicino – classe III sez. I
Ogni 25 novembre si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, fenomeno sempre più frequente e ricorrente ai giorni nostri, che non dovrebbe essere ricordato solo in questa occasione, ma ogni giorno.
Il colore rosso simboleggia da sempre il pericolo, il sangue, il fuoco, ma specialmente ogni forma di violenza subita dalle donne nel corso della propria vita.
Questo argomento ci ha colpito molto a tal punto da trattarlo e approfondirlo durante le ore di lezione, per analizzare il ruolo femminile nelle varie parti del mondo e nella storia.
Dalla ricerca è emerso che la donna è sempre stata considerata inferiore e sottoposta all’autorità maschile; ci ha fatto rabbrividire il fatto che in Islam, sia considerata un oggetto di proprietà del compagno e che sia completamente sepolta da un abito che lascia solo intravedere gli occhi colmi di tristezza e disperazione.
Dopo aver presentato i lavori ai compagni della classe prima del nostro corso, al fine di condividere pareri e considerazioni sul ruolo della donna e sulla condizione femminile in oriente, ci siamo mobilitati per realizzare una denuncia.
Abbiamo esposto sui gradini dell’entrata principale della nostra scuola le scarpette rosse, da tempo diventate simbolo della violenza contro le donne per ricordare il sangue versato da tante di esse in tutto il mondo.
Donne uccise solo per ripicca o per vendetta proprio dal loro compagno, da chi avrebbe dovuto amarle. Donne innocenti a cui è stata strappata ogni singola libertà, ogni diritto e personalità ed addirittura la vita, sottoposte all’oppressione dei loro mariti dai quali si aspettavano affetto e rispetto ma che invece le hanno impedito di vivere il proprio futuro, uccidendole, picchiandole e perseguitandole.
C’è stata la collaborazione di tutte le altre classi dell’istituto, non solo nella ricerca delle scarpette rosse, ma nella riflessione attraverso frasi per evidenziare la brutalità, l’ostilità e la cattiveria dell’uomo, dedicando anche un piccolo angolo dell’aula a questo giorno.
Molte frasi hanno suscitato in noi diverse emozioni, inducendoci a riflettere sulla crudeltà dell’essere umano. Una delle frasi che ci ha colpito di più e che vorremmo condividere è: “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne.”
Un altro enunciato scritto dagli alunni della scuola, che ci ha stupito molto è stato: “ Le donne non si toccano neanche con un fiore.” Vorremmo ricordare che se un uomo alza le mani anche una sola volta su di noi, donne, dobbiamo denunciare perché col passare del tempo la situazione potrebbe peggiorare ed il nostro valore non può essere calpestato da nessun essere umano al mondo.
Un uomo che picchia, opprime o distrugge psicologicamente, non ama. Questo non è amore, anzi non è nemmeno una piccolissima briciola di questo profondo sentimento dal valore inestimabile. Questo fenomeno purtroppo durante la crisi epidemiologia è cresciuto, registrando un femminicidio ogni 72 ore.
Noi ci auguriamo che col tempo questi episodi diminuiscano e che l’uomo, e l’intera comunità, riconosca l’importanza della donna . Confidiamo che la donna islamica ottenga piena libertà e più diritti, perché ci tormenta il solo pensiero che esse non possano prendere decisioni indipendenti dalla volontà dell’uomo e che non possano uscire senza il loro permesso. Con queste riflessioni speriamo di aver trasmesso l’importante messaggio lasciato da questa giornata ossia quello di eliminare ogni forma di violenza presente sulla terra perché facendo del male alle persone che ci circondano, vivremo sempre avvolti dalle tenebre dell’odio e della prepotenza.