In occasione del Dantedì, noi alunni del Gruppo Biblioteca Sensale vogliamo riflettere sul verso di Dante “Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” (canto XX del Purgatorio). Questo verso è pronunciato da un’anima pentita che anela alla libertà.
La “libertà” qui può essere interpretata in diversi modi. Può rappresentare: la libertà dal peccato; la libertà dalla schiavitù terrena; la libertà spirituale, che viene dal raggiungimento della grazia divina. Questa libertà è “cara”, preziosa, perché è la condizione necessaria per l’ascesa spirituale e la beatitudine eterna.
Inoltre, questo verso riflette anche la situazione personale di Dante: egli, esiliato da Firenze, anelava alla libertà politica e alla giustizia. Questo verso evidenzia il desiderio profondo e universale di libertà, sia in senso spirituale che terreno, che è un tema centrale nell’opera di Dante.
Il concetto di libertà, espresso da Dante nel suo “Purgatorio”, è ancora molto rilevante nel 2024. Dante vedeva la libertà non solo come l’assenza di costrizioni fisiche, ma anche come la capacità di esercitare il libero arbitrio e di fare scelte morali.
Questa visione della libertà, come responsabilità morale e come possibilità di autorealizzazione, è ancora un tema cruciale nel nostro mondo contemporaneo.
In molti contesti, la libertà è ancora un argomento di dibattito e di lotta. Le questioni relative alla libertà di espressione, alla libertà religiosa, alla libertà politica e ai diritti umani… sono ancora temi attuali. Inoltre, con l’avvento delle nuove tecnologie e dei social media, emergono nuove sfide relative alla privacy e alla libertà di informazione.
Quindi, anche se viviamo in un’epoca molto diversa da quella di Dante, le questioni di libertà che egli ha sollevato nel “Purgatorio” sono oggi ancora molto attuali. La libertà rimane un ideale da perseguire e un diritto da difendere.
Dantedì, 25 Marzo 2024-Gruppo Biblioteca Sensale Redazione
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