di Maria Sanclemente – Oggi, 17 marzo 2020, ricorre il 159°’anniversario dell’Unità d’Italia. Anche questa ricorrenza, in tempi di coronavirus, è passata in sordina come le precedenti. 9 anni fa’si svolgevano le celebrazioni al Quirinale per i 150 anni dal 1861, quando Vittorio Emanuele II proclamò il Regno d’Italia. Oggi ci dobbiamo accontentare solo di quel ricordo perché Conte ha annullato per motivi di sicurezza tutte le cerimonie pubbliche previste ed anche il presidente Sergio Mattarella, in una nota, ha invitato tutti gli italiani a mantenere un clima di “unità sostanziale” attorno ai valori costituzionali e ai simboli repubblicani.
Ma i cittadini italiani, in questo particolare momento, si sentono spontaneamente e naturalmente più UNITI che mai… I tricolori sventolano alle finestre delle nostre abitazioni, i flash mob ai balconi così come i canti e i balli che non hanno solo una funzione consolatoria, ma fanno COMUNITA’. Le numerose iniziative di artisti e cantanti ci raggiungono e, invitandoci a restare a casa, ci suggeriscono di volerci bene, di rispettare chi ci sta accanto partecipando a dei riti collettivi a distanza al suono del nostro inno nazionale.
A tutt’oggi il mio pensiero non è cambiato, sono convinta, infatti, che stiamo combattendo una guerra forse senza precedenti, anche se tra il 1918 e il 1920 abbiamo subito un’altra terribile epidemia, quella di spagnola, e la abbiamo superata nonostante la tecnologia medica non fosse avanzata come quella odierna. E’ vero che comunque la spagnola fece 50 000 vittime, molti di più dei caduti durante la Grande Guerra, ma oggi, esattamente un secolo dopo, abbiamo il dovere di credere che tutto andrà bene, che torneremo presto alla nostra frenetica vita quotidiana che ci manca tanto.