//Al posto di un reattore ora è nato un museo

Al posto di un reattore ora è nato un museo

di | 2022-04-30T13:58:59+02:00 1-5-2022 7:00|Punto e Virgola|0 Commenti

Là dove c’era un reattore nucleare, adesso c’è un museo. Accade a Montalto di Castro (in provincia di Viterbo) e il piccolo “miracolo” riguarda la centrale elettrica a propulsione atomica “Alessandro Volta”, la cui costruzione iniziò nel 1982 ma che non vide mai la luce, almeno per quanto riguarda lo scopo iniziale. Perché il referendum del 1987 bandì il nucleare dal territorio italiano e costrinse a faticose e assai costose ristrutturazioni e riconversioni che portarono alla trasformazione dell’impianto in centrale termoelettrica, quindi alimentata con combustili fossili.

Da tempo, la struttura non è più attiva e per questa ragione Enel e Ministero della Cultura hanno deciso di realizzare il TECCC, Centro di Cultura e Conoscenza della Transizione Energetica. Il progetto punta alla rigenerazione dell’area del sito, attraverso la creazione di un vero e proprio distretto dell’innovazione, nel quale la narrazione del passato si intreccia con attività orientate al futuro. La creazione di uno spazio museale visitabile (oltre che spazi funzionali dedicati ad attività di formazione) rappresenta una straordinaria opportunità che permette di fondere insieme aspetti tecnici, economici, sociali ed ambientali. All’interno del TECCC, prenderà vita il Museo della transizione energetica, coprendo una superficie complessiva di oltre 5.000 mq. A questo, si aggiungono circa 15.000 mq di spazi espositivi all’interno di due strutture esistenti (dedicati ad installazioni d’arte sul tema dell’energia, sale di esposizione divulgativa riguardanti il tema della transizione energetica) e una sala per eventi collegata ad una terrazza panoramica.

“Poter raccontare passato e futuro dell’energia – commenta Nicola Lanzetta, direttore Enel Italia – è particolarmente importante in un momento storico come questo, in cui la transizione energetica sta cambiando radicalmente l’intero settore, dalla produzione al trasporto fino al consumo, spingendo verso un modello più sostenibile. Farlo all’interno della centrale di Montalto di Castro ha un valore anche simbolico e arricchisce ulteriormente il programma di valorizzazione del sito, che sarà il più grande dei nostri poli energetici integrati e multifunzionali in Italia. Grazie a uno spazio innovativo e aperto potremo coinvolgere anche i più giovani”.

La centrale di Montalto di Castro è al centro di un importante sviluppo a partire dalle necessità del sistema elettrico e dalle opportunità create dalla transizione energetica, piano che vedrà la realizzazione di un nuovo polo energetico integrato tra iniziative nel settore energetico, sviluppate da Enel, e nuove soluzioni imprenditoriali sviluppate da terzi. L’iniziativa rientra nel più ampio impegno del Gruppo Enel per un nuovo sviluppo dei siti dei propri impianti, secondo una strategia che pone come priorità la valorizzazione delle strutture esistenti e l’integrazione con nuovi impianti di produzione rinnovabile e sistemi di accumulo, combinati con nuovi progetti imprenditoriali in ambiti differenti.

“Il progetto per la realizzazione di un polo energetico e culturale integrato nell’area della centrale nucleare di Montalto di Castro è un’ottima notizia – commenta Massimo Osanna, direttore Generale Musei, Ministero della Cultura -. Si restituisce finalmente dignità ad un pezzo di territorio di grande valore paesaggistico e storico: ci troviamo nel territorio di influenza di una delle maggiori città dell’Etruria, Vulci, localizzata, con le sue sterminate necropoli, tra i comuni di Canino e, appunto, Montalto di Castro. Si tratta di un’ottima notizia anche perché conferma ancora una volta che fare imprenditoria e creare valore culturale non sono concetti antitetici, tutt’altro, possono convivere nella comune vocazione di apportare benefici alle comunità di riferimento”.

Nel sito sono in corso le demolizioni dei gruppi ad olio già dismessi. Enel ha avviato l’iter autorizzativo necessario per poter realizzare un nuovo impianto fotovoltaico su una superficie di circa 20 ettari, per una potenza di circa 10 MW. Altre aree in fase di sviluppo (6 ettari) saranno destinate a ospitare sistemi di accumulo di energia per circa 245 MW, fornendo così un ulteriore contributo all’utilizzo delle energie rinnovabili e alla stabilità del sistema elettrico: anche in questo caso sono già in corso gli iter autorizzativi. In linea con le indicazioni del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) e per favorire l’uscita dell’Italia dal carbone, all’interno della “Alessandro Volta” resteranno attivi impianti turbogas rinnovati e resi più efficienti.

Il nuovo sviluppo del sito è aperto anche a progettualità esterne: un’area non più utilizzata per produrre energia è stata affittata ad un’impresa del Viterbese che avvierà una propria produzione di tracker solari generando occupazione e valore a livello locale. Sono in fase di studio ulteriori soluzioni, attualmente oggetto di dialogo con le istituzioni, che permetteranno di valorizzare asset e strutture esistenti garantendo ricadute positive per il territorio; tra queste, un innovativo progetto di serra idroponica, per il quale sono in corso analisi di fattibilità tecnico economiche e che potrà beneficiare delle aree e di parte delle strutture esistenti.

E’ decisamente una notizia positiva in quanto si è riusciti a ridare vitalità ad un sito altrimenti destinato all’oblio e all’abbondono, rendendo più attraente dal punto di vista culturale (e anche economico) il territorio che lo ospita e puntando sulla produzione di elettricità da fonti rinnovabili e pulite. In queste settimane, la drammatica situazione in Ucraina ha reso ancor più pressante ed evidente la necessità di abbandonare i combustili fossili (petrolio, gas, il pessimo carbone) per puntare con decisione su fotovoltaico, eolico e solare. Bisogna farlo il più presto possibile, non c’è tempo da perdere: costi elevati, difficoltà di approvvigionamento e soprattutto conseguenze sul clima lo impongono senza ulteriori indugi.
Buona domenica.

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