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Al Polo Nord la “banca delle sementi”

di | 2020-07-23T13:31:23+02:00 26-7-2020 6:00|Attualità, Sezione 1|0 Commenti

NAPOLI – Una cassaforte nel cuore dei ghiacciai custodisce e protegge beni preziosi per il genere umano. Non si tratta di gemme o di gioielli rari, bensì di elementi indispensabili per la vita dell’uomo e per la sua stessa sopravvivenza. Un bunker a mille chilometri dal Polo Nord, precisamente nelle isole Svalbard, in Norvegia, conserva i semi delle principali colture alimentari del pianeta: riso, grano, fagioli, sorgo, melanzane, patate e tutto ciò che si può piantare. Sono duplicati dei negozi di campioni di semi nelle banche genetiche nazionali, regionali e internazionali: circa 4 milioni di diverse sementi che l’uomo ha sviluppato negli ultimi 10.000 anni.

Lo “Svalbard Global Seed Vault”, questo è il nome del gigantesco deposito, conserva e protegge ogni forma di biodiversità, garantendo la continuità di ogni singola specie, in caso di calamità naturali o guerre. Il progetto, sostenuto dalla FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, è promosso e finanziato dal governo norvegese. Lo scrigno di ghiaccio, inaugurato nel 2008, protetto da cinque porte di acciaio, rilevatori di movimento e pareti di cemento armato, racchiude i semi che possono sopravvivere fino a 20 mila anni in una stanza, detta “Cattedrale”,  ad una temperatura pari a 18 gradi sotto zero. Anche nel caso di un blackout, la presenza del permafrost, sarebbe in grado di assicurare la sopravvivenza per almeno dieci anni. 

“Abbiamo casse in legno – afferma Asmund Asdal, biologo e agronomo norvegese, impiegato presso il Nordic Genetic Resource Center, coordinatore dello Svalbard Global Seed Vault – provenienti da Tajikistan, Armenia, Azerbaijan,  Colombia,  Portogallo, Costarica, Zambia, Ucraina. Dal centro internazionale delle patate in Perù, sementi della Corea del Nord e dalla Corea del Sud. Qui tutti i Paesi cooperano alla grande missione di conservare le sementi. Possono non essere i migliori amici, fuori di qui, ma in questo posto tutti i Paesi cooperano”. 

La struttura, detta anche “Volta del giorno del giudizio universale”, non è immune dal riscaldamento globale e dal conseguente disgelo del permafrost che potrebbe mettere a rischio la conservazione delle diversità genetiche delle specie custodite. Secondo gli esperti, è necessario sviluppare nuove varietà di sementi che possano resistere al cambiamento del clima per garantire alle generazioni future le risorse fitogenetiche che formano le fondamenta della sicurezza alimentare.

Amalia Ammirati

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