//Una “città fantastica” al largo delle Svalbard

Una “città fantastica” al largo delle Svalbard

di | 2024-08-04T18:27:27+02:00 4-8-2024 9:11|Foto del Giorno|0 Commenti

La “città delle meraviglie” si trova al largo delle isole Svalbard, in Norvegia, a più di 3mila metri di profondità. L’area, lunga almeno un chilometro e larga 200 metri, è stata chiamata Jøtul, in onore dei giganti della mitologia norrena che vivono sotto le montagne groenlandesi. In questo caso, il gigante mitologico è rappresentato dai processi interni della Terra, che producono incredibili strutture sottomarine. L’acqua penetra nel fondale oceanico dove viene riscaldata dal magma sottostante – spiega Gerhard Bohrmann, geologo marino dell’Università di Brema -. Quindi risale verso il fondale marino attraverso crepe e fessure. Nel suo percorso verso l’alto, il fluido si arricchisce di minerali e materiali disciolti dalle rocce della crosta oceanica. Questi fluidi fuoriescono insieme all’acqua sul fondale marino attraverso camini tubolari chiamati “fumatori neri”, dove i minerali ricchi di metalli si depositano».

I minerali che fuoriescono e si dissolvono nell’acqua forniscono la base per una rete alimentare che non si basa sulla fotosintesi, come per la maggior parte delle forme di vita più vicine alla superficie, ma sulla chemiosintesi, ovvero sfrutta le reazioni chimiche per ottenere energia. E così questi ambienti rendono i fondali marini molto più fertili di quanto ci si potrebbe aspettare, fornendo un indizio su come la vita potrebbe emergere in mondi molto diversi dal nostro.

Il campo Jøtul si trova proprio sul confine tra due placche tettoniche della Terra, su quella che è nota come dorsale a lenta espansione. Le placche si allontanano molto lentamente l’una dall’altra, il che causa la formazione di nuova crosta con lo sviluppo di valli e dorsali. A questo punto è scattata una ricerca condotta con un sommergibile comandato a distanza, con il quale i geologi hanno raggiunto la cresta della dorsale e l’hanno percorsa per vedere se riuscivano a trovare la fonte. Il MARUM-QUEST è arrivato a tre chilometri di profondità, dove ha scattato immagini e campionato le acque. E lì hanno individuato il campo Jøtul, una vasta regione del fondale marino con sorgenti idrotermali sia estinte sia attive, oltre al caratteristico luccichio del calore vulcanico che si infiltra nell’acqua.

«Si tratta di una scoperta magnifica, che colma una lacuna significativa nella configurazione idrotermale del Mare di Norvegia e della Groenlandia – conclude Bohrmann -. Il campo idrotermale di Jøtul è il primo a essere scoperto lungo la dorsale Knipovich che è lunga 500 chilometri e rappresenta un nuovo collegamento tra i sistemi idrotermali attivi più a sud».

La nuova scoperta può contribuire a fornire informazioni sulla chimica degli oceani e sul modo in cui le acque che ricoprono il nostro mondo contribuiscono alla circolazione e alla distribuzione di materiali importanti anche per la vita superficiale, come il carbonio.

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