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Avis, quasi un secolo di nobile solidarietà

di | 2023-06-10T09:48:10+02:00 11-6-2023 5:10|Attualità, Sezione 3|0 Commenti

ROMA – “Rivolgo un cordiale saluto a tutti i partecipanti all’89ª Assemblea Generale dell’Avis. Mossi da generosità disinteressata, i donatori, ogni anno, contribuiscono a salvare centinaia di migliaia di vite”. Si era espresso così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio rivolto a Gianpietro Briola, presidente dell’Associazione volontari italiani del sangue, tenutasi a Bellaria Igea Marina dal 26 al 28 maggio.

Senza ombra di dubbio l’Avis è una nobile realtà che dalla sua fondazione nel lontano 1927, garantisce sempre scorte di sangue sicure e di qualità per chi si trova in difficoltà. Nasce grazie all’intuizione del medico Vittorio Formentano, che per primo aveva capito il valore di un’offerta di sangue libera, volontaria e gratuita, pubblicando su un quotidiano dell’epoca, un appello per la costituzione di un gruppo di volontari. Erano in 17, quel 16 febbraio del 1926, a rispondere con un atto d’amore, alla crescente necessità di sangue, per salvare la vita e fermare la compravendita di sangue.

Solidarietà allo stato puro, quindi, in forma anonima, in silenzio e, soprattutto, senza alcuna pretesa di riconoscimento. Lo chiarisce il presidente di Avis Emilia Romagna, Maurizio Pirazzoli: “La solidarietà non è una corsa da centometristi, ma una maratona che richiede passione e resistenza costanti”.

Inoltre è alta la salvaguardia della salute del donatore, con esami di controllo previsti per legge, altrettanti controlli effettuati su ogni sacca di sangue, plasma o piastrine donata, proprio a garanzia della buona salute del donatore e, quindi, del successivo beneficio del ricevente. Il sangue e le trasfusioni salvano milioni di vite e, inoltre, possono migliorare la salute di molti pazienti. Basti pensare che durante la pandemia da Covid-19 la rete della solidarietà non si è mai fermata, a confermare la consapevolezza in ogni donatore, dell’importanza delle donazioni.

Principi molto forti tanto da istituire proprio la Giornata mondiale del donatore di sangue nel 2005, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel giorno della nascita di Karl Landsteiner, lo scienziato premio Nobel che identificò i gruppi sanguigni. Quest’anno si terrà il prossimo mercoledì 14 giugno ed il tema scelto per riflettere è l’importanza di donare in modo periodico e regolare.

Avis quindi, è l’insieme di donne ed uomini, più o meno giovani, ognuno con una personale motivazione, ma spinti  verso un obiettivo comune: quello di aiutare gli altri, contribuendo a sopperire alle necessità del sistema sanitario. “L’aumento dei donatori – sottolinea il presidente Briola – dimostra la nostra capacità di sensibilizzare, coinvolgere e includere sempre più persone, stimolando in loro i valori di dedizione e senso civico che sono elementi fondanti del nostro essere avisini. La disponibilità dei volontari è assoluta, ma da sola non basta”.

Purtroppo, in Italia “l’indice di donazione è fermo all’1,6%. Ciò significa che ogni donatore compie questo gesto di generosità in media meno di 2 volte l’anno”. Ed è qui che entra in campo il coinvolgimento dei giovani, stimolandoli, sensibilizzandoli, affinché superino timori e soprattutto falsi miti che spesso li portano a non donare.

Non a caso nella tre giorni a Bellaria Avis ha colto l’occasione per presentare la nuova campagna di comunicazione, particolarmente rivolta ai ragazzi tra i 18-25 anni dal titolo “Mettiti in gioco, dona il sangue”.

Laura Ciulli

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