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Il genio creativo di Agatha Christie

di | 2018-08-25T12:57:24+02:00 26-8-2018 6:25|Cultura, Sezione 6|0 Commenti

ROMA – Era poco più che ventenne Agatha Mary Clarissa Miller, meglio nota al grande pubblico come Aghata Christie, quando, agli inizi della guerra nel 1914, iniziò a lavorare nel dispensario di un ospedale della Croce Rossa. Aveva trascorso una fanciullezza serena e non aveva frequentato nessuna scuola, l’istruzione le era stata impartita a casa dalla madre. Nel 1914 sposò il colonnello Archibald Christie e conservò questo cognome anche dopo il divorzio e il secondo matrimonio con archeologo Max Mallowan per motivi di carattere commerciale.

La giovane Agatha era però un’appassionata lettrice di storie poliziesche ed era una grande ammiratrice di Sherlock Holmes. Fu la sorella maggiore a sfidarla a scrivere un romanzo giallo e lei raccolse la sfida. Il romanzo fu completato nel 1915 ma fu rifiutato da ben sei editori e l’autrice decise di riporlo in un cassetto fintanto che, nel 1920,  John Lane, un editore pieno di iniziativa, decise di correre il rischio e lo pubblicò. Il libro fu ristampato nello stesso anno e poi ancora nel 1921: ciò incoraggiò la giovane scrittrice a continuare a lavorare. “Poirot a Styles Court” fu il primo libro di Mrs. Christie, Styles era il nome della casa in cui la scrittrice viveva con il marito, il colonnello Christie.

Per creare Poirot, il suo personaggio più conosciuto, l’autrice prese come modello Sherlock Holmes di Conan Doyle, diversificando però i due protagonisti soprattutto nell’aspetto fisico e nel modo di condurre le indagini.
La sua capacità fu rendere l’ispettore credibile non come personaggio in sé per sé ma quale solutore di enigmi, Hercule Poirot infatti era dotato di una mente sicuramente più perspicace ed acuta rispetto agli altri. Le sue intuizioni erano genuine e la sua logica aveva una base reale.

I libri della Christie sono scritti con grande abilità e sono riconoscibili per le descrizioni accurate, le  ambientazioni realistiche e dettagliate,  i personaggi ben caratterizzati, la capacità di sintesi e il senso di suspence che trasmette nel corso della narrazione: è la scrittrice inglese più tradotta, seconda solo a  Shakespeare. Tra i libri che la Christie ha scritto nei suoi primi dieci anni di attività “L’assassinio di Roger Ackroyd ” è il capolavoro universalmente riconosciuto, ma la sua opera prima (“Poirot a Stiyles Court”) ne è degna compagna: entrambi sono pertanto meritevoli di essere proposti come letture di svago e di relax.

Ma come non ricordare e consigliare la lettura dei suoi romanzi più noti come “Assassinio sull’Orient Express”, “Poirot sul Nilo” e “Dieci piccoli indiani”, i primi due sono stati proposti anche sul grande schermo diventando film molto apprezzati dal pubblico (il primo è stato riproposto recentemente in una  seconda trasposizione cinematografica del 2017). Il  film è diretto da Kenneth Branagh ed interpretato dallo stesso regista e da altri famosi attori come Johnny Depp, Penelope Cruz e William Dafoe. Fu proprio durante un viaggio in treno verso Bagdad che la scrittrice trovò l’ispirazione per  “Assassinio sull’Orient Express” e fu durante lo stesso viaggio che conobbe archeologo Max Mallowan, di molti anni più giovane di lei, che sposò  nel 1930.

“Assassinio sul Nilo ” è la trasposizione cinematografica del romanzo “Poirot sul Nilo”, fu realizzato nel 1978 diretto da John Guillermin ed interpretato da David Niven e Peter Ustinov. Infine “Dieci piccoli indiani”: in questo libro non c’è Poirot a risolvere il caso con la sua logica e la sua perspicacia, ma si tratta di un romanzo giallo sviluppato seguendo il canone dell’enigma della camera chiusa, i delitti avvengono in un contesto circoscritto, l’assassino deve essere per forza uno del gruppo, ma il colpo di scena finale e l’assenza del detective dalla scena del crimine fanno emergere una forza narrativa vigorosa che rende il libro avvincente e assolutamente degno di essere letto tutto d’un fiato.

I romanzi di Agatha Christie possono essere considerati dei classici nel loro genere, le indagini investigative del tempo non erano supportate dalle moderne tecnologie, per cui dalla lettura degli stessi emerge una scrittura curata, lineare ed elegante ma è la trama  che cattura l’attenzione e dà vigore al racconto poiché le stessa è costituita da un sottile gioco di incastri, intuizioni e deduzioni che stuzzicano e stimolano il lettore, lo invitano sommessamente a scoprire e ad usare, proprio come in un gioco psicologico, le proprie capacità logico intuitive e
deduttive mettendo in moto un meccanismo che sollecita ciò che l’essere umano ha di più di bello: l’intelligenza.

Silvia Fornari

Nella foto di copertina, la scrittrice Agatha Christie

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